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20/11/2020   INNER SKIN
  ''La nostra musica dà forma alla nostra emotività, proprio come la pelle dà forma al nostro corpo...''

Oggi abbiamo incontrato gli Inner Skin, band di stanza a Roma che si muove nell'ambito di un raffinato alternative rock di respiro internazionale. Hanno di recente pubblicato un nuovo singolo dal titolo "Claire", in radio dal 20 novembre. Ecco cosa ci hanno raccontato!

Ciao ragazzi, da dove arriva il vostro nome? ''Letteralmente significa pelle interna''.

Metaforicamente, cosa volevate comunicare? ''Ci piace pensare che la nostra musica riesca a dare forma alla nostra emotività, proprio come la pelle dà forma al nostro corpo. E’ l’interfaccia sonora del nostro io''.

E chi è il lone sleeper di cui parlate nel vostro ultimo singolo? ''Lone Sleeper sono tutti coloro che hanno difficoltà a relazionarsi e a condividere. Chi trova nella solitudine croce e delizia, ispirazione e distanza, da superare attraverso qualsiasi forma espressiva''.

Ci fate un riassunto dei vostri progetti musicali precedenti? Quali di questi ritenete più formativo? A chi dice che nel 2020, e musicalmente parlando, non esista più la gavetta, cosa possiamo rispondere? Giorgio: ''Partirei dal discorso gavetta. La gavetta non e’ una brutta cosa, e’ formativa, serve molto ed esiste ancora. Alla fine, specialmente oggi, tutto si risolve in un palco, un performer, e la gente sotto che guarda prima di tutto e poi ascolta. E se non fai la gavetta e hai magari l’enorme fortuna di calcare palchi importanti da subito, crolli sotto il peso della tua inesperienza, risultando, nella migliore delle ipotesi, strano. Precedentemente ho avuto modo di firmare con EMI Germania con un progetto pop rock. Ci hanno parcheggiato a favore di altri artisti ed e’ morta li. E' proprio per questo che essere indipendente per me ora e’ un pregio. Non escludo deals con labels o majors ma ci voglio arrivare con un altro peso contrattuale. Intanto continuiamo a costruire il nostro mondo, fatto di singoli, video, fan base e possibilmente altri live appena la situazione si sblocca''.
Francesco: ''La gavetta esiste ancora ed è fondamentale per capire molte cose sul mondo della musica e del business musicale. Da un lato però oggi rischia paradossalmente di essere un eterno purgatorio dal quale non si esce mai e che porta molti validi progetti a spegnersi per mancanza di reali possibilità o infrastrutture. Dall’altro invece è pensiero comune nella società odierna bruciare tutti gli step, e quindi il fatto di arrivare subito a grandi palchi è percepito come un qualcosa che spetta di diritto e non come il frutto di un duro lavoro strutturato e pianificato nel tempo. Per quanto riguarda le esperienze musicali precedenti sono veramente le più disparate nel panorama underground rock/metal. Ognuna è stata importante e formativa a suo modo e mi ha portato ad essere la persona ed il musicista che sono oggi. Ritengo che questo sia un tesoro ed un bagaglio importante di cui andare fieri. Per il resto, che dire, ho avuto la fortuna di suonare molto all’estero e di calcare anche palchi importanti salvo poi trovarmi al pub con venti persone il giorno dopo!''.

L'obiettivo è farci conoscere in tutte le nostre sfaccettature e questo brano aggiunge un tassello importante in questo senso. Questo dite di ''Lone Sleeper'', volete spiegarci meglio? Alberto: ''Gli altri pezzi hanno tutti un piglio particolarmente deciso fin da subito, mentre ''Lone Sleeper'' si distingue per il suo sviluppo placido e intimista che poi esplode in un finale fragoroso. I brani che abbiamo scritto hanno tutti una loro identità ma questa canzone in particolare esplora il nostro lato più vulnerabile''.

A quando un nuovo album? Alberto: ''I pezzi da produrre ci sono già, ma abbiamo scelto di procedere attraverso singoli per tenere alta l’attenzione. Ma nonostante tutto non vediamo l’ora di raccoglierli tutti in un unico contenitore, presumibilmente tra non meno di un anno''.