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08/12/2020   PUSH AGAINST NEW FAKES
  ''Viviamo in una società veloce, io invece sfido l'ascoltatore a restare lì fino alla fine...''

Push Against New Fakes è un musicista elettronico italiano che gode di ottima fortuna (anche) all’estero e che ha appena pubblicato il suo nuovo singolo, “Clouds”. Lo abbiamo intervistato.

Partiamo da una presentazione: chi è Michele Mantovani e chi è Push Against New Fakes? ''Michele Mantovani nasce nel 1975 in un piccolo paese in provincia di Rovigo e da sempre vive in un altrettanto piccolo paese in provincia di Mantova, al confine tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La musica è per lui un hobby in quanto si mantiene facendo l'operaio specializzato per una azienda multinazionale metalmeccanica. La sua passione per la musica nasce nel 1992 quando sente passare in radio la canzone "Daughter" dei Pearl Jam e da quel momento diventa un fan della band e in generale del movimento musicale proveniente da Seattle. Un paio di anni dopo inizia a suonare la chitarra da autodidatta e nel tempo svilupperà un notevole interesse nell'home recording fino a dedicarsi solo ed esclusivamente alla composizione di brani propri. Push Against New Fakes è il suo progetto solista elettronico ed è l'unica proposta musicale che vuole portare avanti dopo aver suonato in diverse band e dopo aver abbandonato l'uso della chitarra. Il progetto nasce nel 2012 e ad oggi ha visto la pubblicazione di due album, due EP e diversi singoli e remix; ha pubblicato con label quali Traum Schallplatten, Phonocake, Stato Elettrico e Falerna''.

È molto difficile dedicarsi alla musica elettronica in Italia oggi? ''Sì, nel mio caso faccio fatica in quanto il lavoro mi porta via molto tempo ed energie ma nonostante ciò sono sempre riuscito a ritagliarmi i miei spazi per portare avanti i miei progetti musicali. Non mi sembra che in Italia ci sia molto "mercato" per certa musica elettronica e lo conferma anche, per quello che riguarda il mio progetto, il fatto che mi risulta molto più facile trovare consensi e attenzione in Germania''.

Come nasce il tuo nuovo brano, “Clouds”? ''“Clouds” nasce come molte mie composizioni, partendo semplicemente da un beat di cassa e basso per poi arricchirsi di sintetizzatori, nel caso specifico arpeggiatori. Il mio amore per gli arpeggiatori è ormai consolidato e spesso tendo ad abusarne. “Clouds” dura ben dieci minuti e si tratta della composizione più lunga che abbia mai scritto, ma se si ha la pazienza di ascoltarla fino alla fine si può scoprire che non necessariamente un brano deve essere lungo (forse dovrei dire corto) 2,30-3 minuti per ottenere la nostra attenzione. Viviamo in una società "veloce" e con “Clouds” "sfido" l'ascoltatore a restare lì fino alla fine''.

Chi sono i musicisti che stimi di più in questo momento? ''Hannes Bieger per la sua "positive attitude" e per la passione che mette in ogni cosa che fa; tra i tanti artisti che ascolto e apprezzo in questo momento vorrei citare Rival Consoles, Woo York, Aparde e Glowal''.

Che cosa ti auguri per l’anno nuovo? ''Mi auguro di poter continuare a produrre musica di qualità e di poterla far ascoltare a più persone possibile e mi auguro di tornare a suonare dal vivo''.