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15/12/2020   MARCO SANCHIONI
  ''Da adulto comprendi quanto il mondo sia affascinante, ma anche contraddittorio ed oscuro...''

Da venerdì 11 dicembre è disponibile in rotazione telefonica ''Pianeta Meraviglioso'', l’ultimo singolo di Marco Sanchioni, estratto dal suo ultimo album ''La pace elettrica''. Il cantautore, originario di Fano (PU), ha cominciato la sua carriera musicale nel 1986 con gli A Number Two, band ispirata all’indie-rock americano e britannico, ma porta avanti il suo progetto solista già dal 1991. Abbiamo avuto il piacere di fargli qualche domanda a riguardo.

Ciao Marco. Come prima cosa, avresti voglia di presentarti in qualche riga ai nostri lettori? ''Mi chiamo Marco Sanchioni, sono un cantautore ed ho pubblicato quattro album. La mia ispirazione nello scrivere è vicina alle mie esperienze umane e quotidiane, a cui ho unito una narrazione musicale prettamente pop rock, con tratti grunge e punk''.

Come è nata l’ispirazione per ''Pianeta meraviglioso''? ''Ho scritto questo brano circa quattro anni fa. È un prendere atto di ciò che vedi e percepisci di un mondo che, nel mentre diventi adulto, comprendi quanto sia bello, affascinante, ma anche contraddittorio ed oscuro''.

Oltre ad essere un cantautore, sei stato il fondatore della band A Number Two. Quali sono, secondo te, i pro e i contro nel fare musica da solista e fare musica in una band? ''Ho sempre avuto una certa autonomia di composizione, anche quando suonavo negli AN2. Pure oggi ho un gruppo con cui provo ed arrangio i brani, anche se quando compongo ho spesso una mia idea su come debbano suonare. Quando sei “gruppo” c’è una maggiore partecipazione corale, anche se più teste a volte possono cozzare. Da solista, pur avendo una mia idea di arrangiamento, rimango sempre aperto con gli altri della mia band attuale quando hanno modo di apportare idee interessanti per arricchire il brano''.

Sappiamo che sei anche un collezionista di vinili. Quali sono i pezzi cui tieni di più nella tua collezione e perché? ''Sono contento della mia collezione in toto e potrei dire che tengo un po’ a tutti i miei dischi. Se devo fare dei nomi direi i Beatles, R.e.m., Led Zeppelin; Husker Du… ed altri. Forse per i loro dischi ho un’affezione più forte''.

Hai cominciato a fare musica già negli anni Ottanta. Come è cambiata (in meglio e in peggio) la scena musicale italiana nel corso di questi anni? ''Negli anni Ottanta era tutto acerbo; la scena italiana underground era fervida ma aveva un pubblico di nicchia e c’era chi si metteva in gioco fondando piccole etichette per promuovere gruppi altrimenti sconosciuti. Gli anni Novanta hanno visto emergere quella realtà a livelli più visibili. In seguito con l’avvento di Internet e della rete, negli anni 2000 tutto è progressivamente cambiato; sono aumentate le possibilità di contatto e visibilità ma al contempo si è allargato enormemente il calderone di scelta, e credo stia nella capacità dell’ascoltatore oggi saper scegliere in base alla qualità a fronte dell’enorme quantità, così facilmente fruibile con lo streaming, gesto ben diverso dall’andare in un negozio e comprarsi un disco''.

Che cosa ascolti quando non sei impegnato a creare? ''Mah, di tutto… ma sto anche tanto tempo senza ascoltare nulla''.

Che cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti? ''In questi tempi così strani e difficili sto scrivendo tanti pezzi nuovi, che si aggiungono a brani già scritti tempo fa. La mia intenzione è di redigere un nuovo album quanto prima''.