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26/01/2021   MIKE ORANGE
  ''Siamo talmente dentro il sistema che, anche volendo cambiarlo, non sapremmo come farlo...''

Ciao Mike e benvenuto! Come nasce il tuo nuovo singolo ‘’Segrate’’? ''Ciao a voi e un grande saluto a tutti gli utenti e le utenti di Music Map! ''Segrate'', ma poteva essere un altro Comune dell'est milanese. Il singolo infatti nasce come una riflessione sul fatto che siamo talmente dentro il sistema che anche volendo cambiarlo non sapremmo come farlo, non abbiamo alternative. Chi, come me, nasce nella provincia, ha questo senso di frustrazione nel DNA''.

‘’Segrate’’ parte da una storia di provincia per raccontare tematiche universali. In che modo? ''L'immagine che avevo in testa quando ho cominciato a scrivere questa canzone è quella di uno spazio vuoto in mezzo a questi palazzoni, che vengono demoliti per essere ricostruiti più alti di prima. In fondo è la realtà della provincia, di un luogo serbatoio della Città, ad uso e consumo del capoluogo. Da lì la riflessione di cui raccontavo prima, che parte da immagini impresse nella retina e diventa poi la chiave di lettura del brano''.

Con i tuoi precedenti singoli hai partecipato a Sanremo Rock e al Festival di Nolo. Dove vorresti arrivare con “Segrate”? ''Di solito è una domanda che non mi pongo. Sicuramente in questo periodo, fatto di progetti a breve termine, poter pensare di programmare l'uscita di qualcosa è già un bel risultato. Detto questo, l'obiettivo è sempre quello di fare conoscere questo progetto a più persone possibili''.

Sappiamo che “Segrate” anticipa la pubblicazione di un disco. Senza spoilerare troppo, puoi darci qualche anticipazione? ''È un disco che stiamo attendendo da molto, pensa che doveva uscire a maggio dello scorso anno. Per ora posso dire che sarà un EP di 5 brani, che uscirà il 19 febbraio in collaborazione con MPC Records, e che si chiamerà ''Arancio''. Sarà un disco molto "live", nel senso che l'abbiamo da subito immaginato come un primo take in sala prove, sarà anche per nostalgia di questo luogo alchemico nel quale ci sentiamo liberi di essere noi stessi, e che il Covid ha reso meno accessibile. Siamo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto al Trai Studio di Inzago e non vediamo l'ora di farlo ascoltare''.

Dalle tue note biografiche leggiamo che sei stato un punk. Cosa rimane di quell'esperienza nella tua musica e nella tua vita? ''Mi sono fatto questa domanda più volte e credo che la risposta sia lo spirito DIY che contraddistingue da sempre il punk rock. Organizzare i tour, registrare i dischi con le proprie risorse, andare in giro a suonare in qualsiasi locale. Mi ha insegnato tanto, sia dal punto di vista musicale che da quello personale. Le persone che incontri, il darsi una mano a vicenda anche se non ci si conosce direttamente. E la musica, tanta musica. Penso che se sono quello che sono ora lo devo al punk rock. Sembra banale, ma punk rock saves my life non è solo una frase fatta''.

Come credi che sarà, invece, il Mike del futuro? Dove ti vedi tra dieci anni? ''Se mi avessi fatto questa domanda 10 anni fa non avrei mai immaginato di essere qui a parlare con te ora, per cui la risposta è... non lo so. Anche perché non sono bravo a rispettare le aspettative che ho su me stesso, meglio non farsele in partenza! A parte gli scherzi, spero di fare ancora musica con almeno la metà della passione che ho ora. Grazie dell'intervista e un saluto a tutta Music Map!''.