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16/03/2021   TERMINAL SERIOUS
  ''Quando mi capita di inciampare in una persona vera, ne resto affascinato e penso di scriverci qualcosa...''

Luigi Buonaiuto, in arte Terminal Serious, è un musicista poliedrico toscano, con una spiccata passione per il post-punk e dark-wave. Formuliamo alcune domande in occasione dell’uscita del debut-album “Love was lies”.

Ciao Luigi. Girano poche notizie sul tuo conto. Ci puoi raccontare qualcosa in più sul tuo background e percorso artistico? ''Ciao Max, io ho origini campane ed è stato proprio lì che ho iniziato il mio percorso, nel 2010, con gli Strip In Midi Side; era un progetto rock con forti contaminazioni electro, con gli Strip ho pubblicato due album. Poi, per questioni di lavoro, mi sono trasferito a Firenze, nel 2015, ho dovuto ricominciare da capo; c’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine sono riuscito a mettere in piedi l’embrione del progetto Terminal Serious. Iniziavano i concerti e continuavo a scrivere quando il lavoro me lo permetteva, poi, nell’autunno 2020, i miei amici ed i miei collaboratori mi hanno fatto notare che, in realtà, il materiale era pronto per diventare un disco, ed io… mi sono fidato di loro''.

Cosa ti prefiggi con la musica e quali messaggi ci tieni arrivassero alla gente? ''Non ho la pretesa di inviare messaggi. Cerco solo di raccontare delle storie mettendole in musica. A me piace ascoltare la musica e mi piacciono le canzoni che raccontano brandelli di vita nei quali ci si possa specchiare, forse per sentirsi meno soli; volevo fare la stessa cosa, mi auguro, nel mio piccolo, di esserci riuscito almeno in parte''.

Il singolo “Lamb”, che anticipa l’uscita del tuo esordio sulla lunga distanza, si evidenzia in un mood evocativo che osa cimentarsi in qualcosa di particolare. Di cosa parla? ''Il testo di “Lamb” l’ha scritto la mia carissima amica Quiete, che mi ha sostenuto e ha collaborato con me fin dal principio di Terminal Serious. Prendendo spunto dallo squilibrio che spesso si crea nei rapporti di potere all’interno di una coppia, la canzone vuole fare riflettere su questo: la preda è davvero così fragile ed indifesa? Ed il predatore è davvero così forte e cattivo?''.

Il 19 marzo è prevista l’uscita del debut-album “Love was lies”. Quanto ci hai lavorato su per ottenere l’interessante formula che proponi, tra post-punk e dark-wave? ''Ho lavorato al disco per 4 anni circa; lo so, sembra tanto, ma io sono fatto così, preferisco scrivere poche cose, solo se fortemente ispirato, e mi piace lavorare di labor limae studiando tutti i dettagli, ogni nota di ogni singolo strumento. Il post-punk e la Dark-wave vengono da sé, adoro queste atmosfere sonore; mi ero solo prefissato di strutturare il sound intorno a voce, chitarra e basso, limitando, per quanto possibile, l’apporto elettronico e creando una identità sonora abbastanza lineare''.

Globalmente, che temi scorrono nelle tracce del disco? Quanti brani include e perché “L’amore era soltanto bugie”? ''Questa è una domanda difficile. Io osservo il mondo, le persone, e mi soffermo a descrivere le scene, le situazioni, le storie ed i pezzi di vita che più mi emozionano; alla fine, tirando le somme, direi che il disco parla d’amore, di passioni e di amori che finiscono, ma anche di solitudine, della paura di restare da soli e del fascino romantico della solitudine. La domanda che forse mi sono posto è questa: ci può ancora salvare l’amore? Ecco, forse una risposta si nasconde tra le note di questo disco. Le tracce sono 11, che praticamente è quasi tutto il materiale che sono riuscito a scrivere in questi anni''.

La tua cifra stilistica si fa notare per non annoverare grandi impatti sonori ma, piuttosto, per forgiare un sound sinuoso che scalda cuore e cervello. Forse, non accentuando troppo i toni, si può arrivare più direttamente alla gente? ''Io non so come si arriva alla persone e probabilmente non ho nemmeno questa specifica esigenza; io so, forse, solo scrivere le mie canzoni, non voglio stupire con effetti speciali. Mi piacerebbe poter regalare un’emozione a chi ascolterà le mie canzoni, a qualcuno che potrà sentirsi meno solo ascoltando una storia unica, ma universale al tempo stesso''.

Tendenzialmente, qual è la miccia ispirativa per scrivere i tuoi brani? Dicono che le migliori cose escono quando c’è una forte pulsione o veli di malinconia. E’ anche per te così? ''La mia miccia è, credo, la mia sensibilità. Io sento molto le persone, e quando mi capita di inciampare in una persona vera, che racconta le sue emozioni vere, ne resto affascinato e penso di scriverci qualcosa per immortalare quell’istante. È chiaro che tutto parte dall’introspezione, da come elaboriamo emotivamente le nostre pulsioni e malinconie; credo che questa sia la vera essenza della musica Dark-wave''.

Auspicando le migliori affermazioni artistiche, salutiamo Terminal Serious con il sincero augurio di ottenere ottimi riscontri per “Love was lies”. (Max Casali)