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26/03/2021   ENZO REMO ROSSI
  ''L’esistenza ci insegna, nella sua brevità, che chi dona in onestà merita rispetto...''

Fuori da lunedì 8 marzo un nuovo singolo firmato Enzo Remo Rossi dal titolo ''Il mostro'' (prod. Musicantiere). Dopo la pubblicazione di ''Estate calda'' nel 2019, il cantautore toscano torna con pezzo che racconta verso dopo verso la battaglia dell’ultimo anno contro la pandemia, e la speranza di un ritorno alla normalità.

Ciao Enzo e benvenuto. Ci racconti brevemente chi sei e qual è stato il tuo percorso musicale fino ad oggi? ''Nella mia vita ho sempre cercato di essere generoso e onesto in quanto l’esistenza ci insegna, nella sua brevità, che chi dona in onestà merita rispetto. La musica ha sempre avuto una parte determinante nel mio percorso terreno. Ho iniziato a studiarla a scuola e contemporaneamente all’oratorio ho intrapreso lo studio dello strumento; la chitarra da allora è diventata la mia compagna di viaggio. Ho iniziato a comporre i miei primi brani all’età di 16 anni e ho intrapreso lo studio vocale corale. Da allora fino ad oggi ho alternato la coralità con la composizione musicale''.

Com’è cambiato in Italia il modo di concepire la musica rispetto a quando hai cominciato a comporre da adolescente? ''Ora non c’è più la ricerca di quello che un tempo faceva parte della normalità, ovvero la qualità armonica collegata ad un testo attinente. Ogni epoca, comunque sia, ha le sue regole e si muove e agisce all’interno della nostra società. Cambiano i valori e l’immagine e l’apparenza predominano sulla realtà e molte volte ci costringono a non pensare, i followers la fanno da padroni''.

L’arrivo del Covid rappresenta una linea indelebile tra un “prima” e un “dopo”, e nel tuo ultimo singolo si percepisce anche questa differenza. Qual è la cosa che più ti manca del mondo pre-covid? ''La libertà e la sicurezza sono i sentimenti più preziosi per cui l’uomo ha sempre combattuto e molte volte è perito per loro. Queste conquiste dell’umanità, spero possano presto tornare ad allietare la nostra quotidianità''.

A questo proposito, ''Il Mostro'' è molto diverso dal tuo precedente singolo ''Estate Calda''. Quali parti di te sono più presenti nell’uno e nell’altro brano? ''La spensieratezza e la speranza presenti nella calda stagione si vanno a scontrare irrimediabilmente con la ritrovata paura e la forte tensione venutasi a creare da questa nostra spaventosa dimensione attuale. Queste canzoni rappresentano la mia dualità di “essere” molto sensibile''.

Che consiglieresti alle nuove generazioni che vogliono intraprendere un percorso musicale? ''Sicuramente non posso consigliare niente in merito ad un eventuale percorso musicale, perché le mie idee contrastano in maniera evidente con i gusti e le attitudini generazionali moderne. Una cosa, comunque, mi sento di affermare, che l’amore, l’odio, la tristezza e l’allegria vivono dentro di noi, dobbiamo cercarli per comunicarle musicalmente''.