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23/05/2021   LE NOTTI BIANCHE
  ''Cerchiamo di trovare il nostro posto in un mare affollato come quello della musica...''

Dopo l’esordio per Revubs Dischi con “Inverno 3310” e l’epopea a fumetto dedicata dal duo campano al singolo, Le Notti Bianche tornano ad accendere la luce nel pieno della notte più lunga di sempre costringendo l’ascoltatore a tenere gli occhi ben aperti sul loro pop: “Una canzone che ti piace tanto”, più che essere il titolo del sesto singolo de Le Notti Bianche, è una promessa che aspetta solo di essere mantenuta.
 Dal 7.5.2021, la trovate su tutte le piattaforme digitali, ma qui sotto potete farvi un’idea leggendovi la chiacchierata che abbiamo avuto il piacere di fare con i due ragazzi Rino e Francesco, alias Le Notti Bianche.

Ciao Le Notti Bianche, e benvenute su Music Map. Allora, domanda a caldo post-pubblicazione: il vostro ultimo singolo è “Una canzone che vi piace tanto”, davvero vi piace più di tutte fin qui? ''No, non è quella che ci piace di più. Teniamo ad ogni canzone allo stesso modo, però sicuramente è quella che ci fa venire più voglia di ballare''.

A noi, di certo è piaciuta parecchio. Il mood anni Ottanta domina l’intero brano, ma echi di Canova e Galeffi riportano il baricentro sulla contemporaneità. Come vi relazionate con il panorama mainstream di oggi? E cosa ne pensate, invece, della scena underground alla quale appartenete e del rapporto (spesso fin troppo emulativo) che questa ha con l’alto pop da classifica? ''Siamo davvero contenti che vi sia piaciuta. Forse il panorama musicale italiano è un po' saturo. Diciamo che noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di trovare il nostro posto in un mare grande e affollato come quello della musica. Cerchiamo di concentrarci sui nostri punti di forza in modo da rendere originale quello che facciamo, senza farci influenzare troppo da quello che succede intorno''.

Ecco, rispetto a tale discorso mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate delle playlist, intese come strumento “editoriale” di “selezione” della proposta nazionale. Sono sicuramente un trampolino di lancio per talenti emergenti, ma a volte vien da pensare che rappresentino lo strumento attraverso il quale, comunque, il mercato indirizza il nostro ascolto. Voi cosa ne pensate? ''Non ci piace pensare alle playlist editoriali come unico strumento per veicolare il nostro ascolto, certo non si può negare che per un'artista emergente sono un ottimo trampolino di lancio anche perché sempre più spesso l'ascoltatore tende a scoprire nuova musica e nuovi artisti principalmente da queste playlist''.

Certo, il pubblico deve fare anche il suo, non addormentandosi sulla routine post-radiofonica delle playlist Spotify. Come lo vedete, il pubblico italiano? O quanto meno, quello a cui provate a rivolgervi voi. C’è chi dice che il Covid abbia fornito gli alibi utili a giustificare quel crollo del settore dello spettacolo che, dopotutto, viveva già da tempo nel disinteresse di tanti; forse in parte anche di chi crede che si debba andare ai concerti di Calcutta e di qualche altro big (macinando km su km), disinteressandosi poi dell’emergente che suona al bar sotto casa. Abbiamo forse bisogno, insomma, di un pubblico emergente rinnovato, oltre che di una scena emergente all’altezza? ''È una domanda per cui si potrebbe stare a parlare ore davanti a un buon bicchiere di vino. Ultimamente cerchiamo di non farci troppo questo tipo di domande, anche perché un po' ci preoccupa la situazione che negli anni si sta creando. La musica, come tutto, è sempre più veloce e la gente fatica ad ascoltare lavori più lunghi di un singolo. Ora pensiamo solo a fare musica perché ci permette di esprimerci e ci fa stare bene''.

Va bene, basta con i pipponi. Parliamo di “Una canzone che ti piace tanto”. Come nasce, e soprattutto: qual è la canzone che canta sempre la mamma di lui/lei, di cui raccontate nel brano? ''"Una canzone che ti piace tanto" racconta la nostra ossessione per gli anni '80, i viaggi in macchina per andare al mare le cassette dei nostri genitori nello stereo. È un viaggio fatto di ricordi, attraverso la storia di due innamorati che discutono e sono in macchina da ore, aspettando solo che la radio passi la canzone giusta, per smettere di parlare e cantare a squarciagola. Sicuramente la canzone che la mamma canta è un bel pezzo di Pino Daniele come "Basta 'na jurnata 'e sole". Approfittiamo per ringraziare i ragazzi di Revubs Dischi che collaborano con noi''.

Che rapporto avete, voi, con gli anni Ottanta? Oggi sembrano essere la chiave di volta della “nuova canzone” pop. Anche se spesso diventano un’arma a doppio taglio; certe cose che si sentono in giro sono “anni Ottanta” nel senso più trash del termine. E pensare che gli anni Ottanta, fino a qualche decennio fa, erano visti come il “male” della musica! ''In realtà ci sentiamo fortunati da questo punto di vista, entrambi abbiamo sempre avuto una passione per gli Ottanta e per la loro musica, sicuramente anche grazie agli ascolti dei nostri genitori''.

Un cocktail da sorseggiare ascoltando “La canzone che ti piace tanto”, il vostro ultimo singolo per Revubs Dischi... ''Un buon analcolico alla frutta, fresco e colorato, in modo che lo possano bere tutti. Ovviamente da sorseggiare mentre si balla la nostra canzone. Grazie per la bella intervista e per averci ospitato''.