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25/05/2021   ENTROPIA
  ''Contaminiamo le idee proposte con i nuovi canoni estetici dell'elettronica...''

“Tales from Oumuamua” è il nuovo disco degli Entropia, formazione dalle peculiarità ambient e con molti anni di storia alle spalle. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.

Ciao, ci raccontate chi sono gli Entropia? ''Si tratta di un progetto, nato negli anni ’90, con l’intento di confrontare il background musicale dei suoi membri con i nuovi percorsi proposti dalla tecnologia. I musicisti e i dj coinvolti sono cambiati nel tempo attorno alle nostre due figure, Alex Marenga e il Dr.Lops, ma questa continui ri-miscelamenti ci hanno permesso di interagire con esperienze musicali diverse contaminando di volta in volta le idee che ci venivano proposte con i nuovi canoni estetici dell’elettronica. Ci siamo spessi confrontanti anche con varie altre discipline artistiche come la videoarte, la danza contemporanea, la pittura surrealista, il cinema astratto, il teatro, e questo ci ha portato sia a frequentare il dancefloor e i festival ma anche i musei e le gallerie d’arte. Il nostro epicentro comunque è costituito dall’electro, dalla techno sperimentale, dall’ambient e dalla noise music pur essendo riusciti a collegarci agli ambiti più diversi come il jazz, l’italian soundtrack o il prog-rock psichedelico''.

Quali sono le ispirazioni del vostro nuovo disco, “Tales from Oumuamua”? ''È un ritorno al suono elettronico più integralista che ha caratterizzato alcuni dei nostri lavori. Ci siamo ispirati all’immaginario spaziale-astronautico “pop”, quindi abbiamo preso spunti provenienti dal vasto perimetro rappresentato da fiction, letteratura, leggende metropolitane e della scienza spaziale così come la percepiamo dai media, utilizzando Asimov, i Borg di Star Trek, le “number station”, l’immaginario degli alieni, ma anche esempi reali e concreti come le esperienze della stazione spaziale internazionale o l’oggetto transitante nel sistema solare che dà il titolo al disco. L’immaginario spaziale è sempre stato collegato alla musica elettronica fin dai primi pionieristici dischi del krautrock, che infatti veniva indicata come “musica cosmica” o “space rock”, fino ad “Apollo, Soundtracks and Atmospheres” di Brian Eno. La musica elettronica con la sua simbiosi con la tecnologia si è da subito proposta come la colonna sonora di un futuro immaginato. La terminologia “ambient” è comunque inerente a un largo spettro di musiche elettroniche o elettroacustiche che utilizzano atmosfere dilatate senza una prevalenza ritmica, e nel nostro caso abbiamo tentato di sperimentare con la sintesi granulare e la frammentazione di una serie di field recordings e di suoni concreti, come nel caso della voce di Samantha Cristoforetti''.

Dal disco si deduce che siate appassionati di fantascienza e viaggi spaziali. Come state vivendo gli ultimi sviluppi “marziani”? ''Siamo decisamente entusiasti. Dopo anni di immobilità nella ricerca spaziale e nell’esplorazione del sistema solare si stanno facendo passi da gigante. I paesaggi di Marte che prima venivano solo evocati nelle “Cronache Marziane” di Ray Bradbury o in “Noi Marziani” di Philip K. Dick, o simulati nelle pellicole di fantascienza che ci hanno appassionato come “Atto di Forza” o “Fantasmi su Marte”, diventano più familiari e sembra che queste teorie sul terraforming o le ipotesi di colonizzazione, così tanto immaginate, non siano poi irrealizzabili''.

Quali sono i vostri punti di riferimento nella musica ambient? ''Sicuramente Brian Eno, il padre di questo concetto, che spezzava il protagonismo del prog-rock, così pieno di note e di eventi sonori, e trasportava i suoi anni ’70 in una dimensione più riflessiva. Ma ci appassionano vari artisti, dai nomi storici come Steve Roach, Robert Fripp o Bill Laswell, ai padri delle rivoluzioni sonore degli anni ’90 come Aphex Twin, i Future Sound of London (FSOL), the Orb o Pete Namlook''.

Quali sono i vostri progetti futuri? ''Stiamo per produrre, entro fine anno, due nuovi e.p., uno con la collaborazione alla voce della cantante Laura Desideri, e l’altro di ambient strumentale che uscirà in vinile''.