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  ''I miei piccoli semi, che spero germoglino piano piano...''

Ciao e bentrovato! Partiamo subito dal nuovo disco “Tiny seeds”, come è nato questo lavoro? ''Ciao! E' un disco prodotto e registrato quasi in totale autonomia (mixaggio e master esclusi), dove ci sono anche musicisti che mi hanno aiutato, ma all'80% diciamo che è stato fatto in solitaria. sono 12 tracce in inglese, perché l'idioma era per me più immediato e asciutto per tradurre un disco molto personale con tematiche intime, si adattava meglio alle mie esigenze. ''Tiny seeds'', ovvero piccoli semi che spero germoglino piano piano. Ho iniziato a registrarlo a fine 2018, il master era già pronto a luglio 2020, ma come è successo a molti musicisti, tutto è slittato di circa un anno, ma abbiamo comunque avuto tempo per prepararlo meglio, e fare promozione e video clips''.

Sappiamo che prima della tua carriera solista hai militato per anni nella scena HC punk. Ti va di raccontarci come sono stati i tuoi inizi nella musica? ''Ho suonato e suono da più di 20 anni in un gruppo Punk/Hc alternative di nome Seed'n'Feed, con i quali abbiamo iniziato sin dal 1996 a fare dischi, per etichette milanesi e non solo, e tour sia in italia che all estero. una bellissima esperienza che dura ormai da un paio di decadi. Poi si sono cmq aggiunti negli anni side projects, come Indigo, altro gruppo punk rock con cui ho fatto 3 dischi, e D Rod, una Hc old-school band con 3 Eps. Devo il mio inizio e devozione per questa musica anche grazie ad etichette come Blu Bus di Sergio dei mitici Kina, il quale ci ha coinvolto nelle prime release, e a etichette come Point break Records e Agitato che ci hanno supportato e prodotto i dischi negli a cavallo tra il 1997 e il 2003''.

Tornando ad oggi, "Tiny seeds" sembra molto lontano da quelle sonorità. Ti senti maturato da allora? ''Indubbiamente sono piu vecchio di allora e si presuppone anche (ahah, lo spero!) più maturo, ma la musica a me è sempre piaciuta a 360°, faccio fatica a scegliere un solo genere, l'approccio all'acustico esiste già come esperienza per me, dai primi 2000, e mi è sempre piaciuta come dimensione''.

Perché la scelta di scrivere e cantare in inglese in un Paese, il nostro, dove è più facile proporsi in lingua italiana? ''Come ti ho detto poco fa, il motivo è che trovo che per le tematiche personali affrontate e la musica che ho scritto in questo album, l'inglese fosse più adatto, inoltre sono per 1/3 inglese quindi per me cantare in inglese è sempre stato abbastanza naturale, anche se ho fatto dischi interamente in italiano. Non è detto che in futuro non proponga nuove canzoni in italiano, non voglio pormi limiti in questo senso''.

Sei pronto per tornare sul palco? Come presenterai dal vivo queste nuove canzoni? ''Certo che sì! ho anche una super Band che mi accompagna nelle occasioni in cui è possibile fare una release con tutta la squadra! il disco è ricco di momenti diversi, e ho trovato 4 musicisti incredibili che mi aiutano a riproporre il disco dal vivo, e che mi sento onorato di aver sul palco con me! Questo disco si presta a essere suonato da solo, in duo chitarra e violoncello, in trio, e anche con tutta la band! 2 chitarre, batteria, basso, e violoncello, a volte pianoforte anche... è la sua forza, i pezzi hanno questa mutevole possibilità di proposta... non vedo l ora di presentarlo! Sicuramente con la band al completo si ha una resa al 100% di quello che questo disco vuole trasmettere... La prima data di presentazione sarà il 26.06 al Surfer Joe di Livorno, con full band, e mi auguro molte altre di qui in avanti!''.