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22/06/2021   CLAIRE D.
  ''Vivere onorando l’essere multiforme che alberga in ognuno di noi...''

CLaire D ha pubblicato di recente “Voglio vivere così”, nuovo disco di impronta jazz, ma con molte influenze diverse, il cui titolo riecheggia un classico della canzone italiana. L’abbiamo intervistata.

Ciao. Ci racconti del tuo percorso fin qui? ''Sono molto felice di fare questa intervista e vi ringrazio per l’opportunità che mi date di raccontarmi e di parlare del mio nuovo progetto discografico. Per me cantare è un’esigenza inderogabile, è il modo in cui mi addentro dentro me stessa e attraverso il quale metabolizzo il mondo intorno a me. Canto da quando ne ho memoria, le mie prime registrazioni risalgono all’età di 2 anni e da allora non mi sono più fermata. La mia passione per il canto e per la musica è nata in famiglia. Mio padre quotidianamente suonava il piano e mia madre spesso lo accompagnava cantando. Entrambe le mie nonne suonavano il piano ed una in particolare, alla quale è dedicato l’intero disco, è stata una cantante lirica di professione, si chiamava Valeria Ducci, era la mamma di mia madre ed era un mezzo soprano, nonché una delle voci del coro di Santa Cecilia di Roma negli anni '40. Condivideva con Silvana Pampanini gli insegnamenti di Maria Teresa Pediconi, sua mentore. Anche grazie a lei ho cominciato ad amare il musical e la commedia musicale che ci ritrovavamo spesso a cantare insieme. Ho cominciato così a studiare musica fin da piccolina, ho studiato pianoforte e chitarra classica. Poi la gavetta con le cover band durante gli anni dell’adolescenza, con le quali ci si esibiva nei locali e nelle piazze, e successivamente, trasferitami a Roma per gli studi universitari, ho cominciato ad esibirmi anche nei club e nei locali della capitale. Dal 2006 adottiva in Friuli Venezia Giulia, ho continuato a collaborare con numerose associazioni culturali di Pordenone e provincia, ed ho collezionato esperienze significative partecipando ai concorsi canori tra i più rinomati d’Italia, che mi sono valsi numerosi riconoscimenti e diverse vittorie. Con uno dei brani del disco sono attualmente in finale al premio Mia Martini, nella sezione nuove proposte 2020, ed il disco concorre inoltre ad ottenere la candidatura alle Targhe Tenco 2021. Ho alle spalle un passato di gavetta e di interessanti collaborazioni artistiche tra le quali quella con Andrea Ortis, attuale regista della Divina Commedia Opera Musical, per lo spettacolo “Novelle per un anno”, dedicato a Pirandello nel quale interpreto alcuni tra i brani più famosi di Rosa Balistreri. Dopo anni di esperienza, ho deciso di realizzare un progetto tutto mio forte della collaborazione con Beppe Frattaroli, autore ed arrangiatore al quale ho deciso di affidare la direzione artistica di questo nuovo progetto che mette a nudo la mia vera natura''.

“Voglio Vivere così”, il tuo nuovo album, echeggia un brano antico. Come è nata l’ispirazione per il disco e il titolo? ''Dopo che la vita mi ha concesso molto, ho deciso che avrei ricambiato quanto di bello ricevuto sino ad allora e così è nato il desiderio di cantare della vita stessa, della vita che ho vissuto fino ad oggi, fatta di relazioni, cambiamenti, desideri, consapevolezze, valori. È stato come guardarsi allo specchio ed ho deciso da allora di mettere in musica le mie passioni, il mio vissuto di donna, figlia, madre, ho deciso che avrei dato voce e colore ai miei semi, quelli messi a dimora nel tempo, che adesso reclamano la luce del sole. Ma vivere come? Assecondando la mia natura, nel rispetto di ciò che mi circonda, onorando l’essere multiforme che alberga in ognuno di noi, preservando i valori, in sostanza raggiungendo ciò che per gli antichi greci è l’eudaimonia. Musicalmente parlando, infatti, la canzone che non a caso dà il titolo all’intero album vuole essere un omaggio al famosissimo brano omonimo del 1941 di D’Anzi e Manlio, reso celebre dalla splendida interpretazione di Ferruccio Tagliavini. Come allora anche il mio ''Voglio vivere così'' rimanda ad una leggerezza che è al contempo consapevolezza del bello, del bene al quale tutti aneliamo. Da buona siciliana però il richiamo forte oltre che al sole “in fronte” è dato dal mare, profondo, come solo sa esserlo, parimenti, l’animo umano''.

Come sono state le lavorazioni dell’album? ''Il bello di lavorare con professionisti di grande esperienza, oltre che di grande sensibilità artistica, ha fatto sì che sin dall’inizio ci fosse una grande intesa tra le parti. Grande lavoro è stato quello dedicato alla creazione del mood sonoro, volevano sin dall’inizio un disco suonato come nella miglior tradizione, senza cedere alle lusinghe dei ritrovati tecnologici che, per quanto efficaci, non restituivano l’idea di veridicità che volevamo far emergere, quella di un suono genuino, vivo, fatto da chi entra in simbiosi con il proprio strumento, attendendo il sopraggiungere dell’alchimia della musica, assecondando la magia che nasce dalla simbiosi. Non abbiamo avuto fretta pertanto, ci siamo concessi tutto il tempo per metabolizzare l’idea di ciò che volevamo ottenere in relazione a quanto prodotto nelle varie sezioni di registrazione''.

Che primi riscontri stai ricevendo del tuo lavoro? ''Ottimi e ne sono davvero entusiasta oltre che molto grata! Molti commenti sono giunti in primis da musicisti navigati e da esponenti del mondo del teatro e dello spettacolo, ai quali abbiamo sottoposto il progetto nascente come primo arduo banco di prova, ed è stato davvero sorprendente la mole di complimenti che ci è stata restituita. Ricordo con particolare emozione quando tramite il mio direttore artistico mi è giunto un commento del grande Enrico Montesano il quale lodava con entusiasmo il lavoro realizzato. Ciò che di sovente mi giunge in qualità di feedback da chi ha ascoltato il disco è che lascia una piacevolezza inaspettata ed un bisogno di riascoltarlo più volte per assaporarne il sound fino all’ultima nota, all’ultima frase. È apprezzato per le melodie dolci e passionali insieme, per la pregnanza dei testi, per l’ottima esecuzione strumentale, per la voce che arriva sincera, pulita, in particolare, mi sorprende quando in molti riescono a scorgere, in alcune interpretazioni, la dimensione ammiccante al mondo del musical che tanto amo''.

Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali? ''Sono cresciuta ascoltando Dean Martin, Nat King Cole, Pat Boone, Ray Charles, Mia Martini, Randy Crawford, Norah Jones, e poi ho scoperto Noa, Dulce Pontes e il pathos del fado portoghese, ed è stata una folgorazione. Tra le artiste italiane che attualmente apprezzo maggiormente c’è Tosca, che amavo ed emulavo già ai tempi dei suoi esordi e per la quale adesso provo ulteriormente grande stima''.

Che progetti hai per l’estate? ''Sarò ospite all’interno di alcuni festival jazz in giro per l’Italia e presente in alcune rassegne musicali dedicate alla musica d’autore, ma la cosa a cui cercherò al contempo di dedicarmi oltre che alla promozione del nuovo album sarà anche quella volta alla realizzazione di nuovi brani. Sto già delineando il tema del prossimo disco''.