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11/07/2021   MARQUICA
  ''Non ho mai percorso la strada facile o decisa da altri...''

Ciao Marquica, è da poco uscito il tuo nuovo singolo, “40”, ci racconti come è nato? ''“40” è nata questa primavera, ho voluto farmi un regalo per i miei “primi 40 anni”! Il testo è arrivato in un pomeriggio e il groove è entrato nella mia testa dopo aver cominciato a stendere la melodia della strofa. Mi trovavo sul Lago di Garda con il pianoforte per tre giorni di full-immersion di scrittura tra i Lockdown, ne sono uscita con questo brano e altri due che sentirete in inverno, non solo per me. “40” parla alle donne che si avvicinano ad un passaggio, è un numero che mi è sempre piaciuto molto per la sua storia, nei libri rappresenta una rinascita, una porta, ed è stato cosi’ anche per me. Non vedevo l’ora di poter incontrare i miei musicisti per suonarla e renderla cosi’energica e piena, in pochissimo tempo ognuno ha dato un grande contributo molto personale alla canzone e sono fiera del risultato finale! I fiati, Piergiorgio Elia al sax e Daniele Moretto alla tromba, l’hanno resa più’ funk ,la sezione ritmica, composta da Elia Micheletto alla batteria e Gabriele Costa al basso, accentuandone lo spazio, i respiri, e le parole, l'hanno portata ad essere piu’ viva e personale. Giovanni Ghioldi, chitarrista, produttore e arrangiatore di 40, ha amalgamato e perfezionato il tiro, sublimato ulteriormente dal mixaggio e master di Gianluca Guidetti''.

Tu stessa hai appena compiuto 40 anni, 20 dei quali dedicati alla musica. Ti va ti fare il bilancio di questa parte della tua vita con noi? ''Mi sono trasferita a Milano 20 anni fa sapendo che avrei cantato sempre e questo sarebbe stato il mio lavoro vero, non ho mai avuto dubbi cosi’ come non ho mai forzato la cosa, per molti anni è arrivato tanto in modo piuttosto semplice, sia perché nei primi 2000 si suonava molto di piu’, ovunque, c’erano piu’occasioni live, sia perché le scuole che ho frequentano proponevano tour o musical che ci permettevano di esibirci in tutta Italia per mesi. Sono arrivata ai Dirotta su Cuba a 23 anni e con loro ho vissuto palchi incredibili e scritto un disco. Ad un certo punto ho deciso di occuparmi non solo della mia voce diventando vocal coach, e questo mi ha portata ad una voglia profonda di entrare davvero in me, a gamba tesa, senza freni. Ho scritto per molti artisti, contemporaneamente alle mie produzioni, e rifarei tutto in questo modo perché ogni passo è servito per crescere ed arrivare al Teatro, alle colonne sonore dei Film, a ''40''. Non ho mai percorso la strada facile o decisa da altri, sono una persona molto curiosa e ho sempre dato la precedenza alla mia storia , a ciò che sento spontaneamente, senza l’obbligo di uscire discograficamente quando non ho qualcosa di bello o importante da dare al mondo. Le canzoni non sono solo tue, per me è fondamentale ci sia ricerca o desiderio di comunicare un messaggio che parte inizialmente da me, ma va molto oltre, resta nel tempo perché inciso, e arriva agli altri. Sono aperta a qualsiasi collaborazione creativa possa emozionarmi e/o divertirmi e so che ho ancora tantissimo da sperimentare e dire. Il bilancio quindi è piu’che positivo!''.

Nel tuo percorso, ricco di importanti collaborazioni e di lavori a tutto tondo in ambito artistico, sei sempre rimasta fedele al tuo sound. Come ci sei riuscita e come hai plasmato nel tempo la tua cifra stilistica? ''Sono innamorata da sempre della musica che mi sposta, dal Soul al cantautorato italiano, dai musical al Rock. Melodicamente ho un gusto chiaro, più’ black e ritmico sui pezzi mossi, decisamente romantico ed europeo nelle ballad, ed è cosi’da quando ho 15 anni. Nel tempo mi sono semplificata perché ho cominciato a provare piacere verso un modo di comunicare meno sofisticato, anche personalmente come donna, ho avuto voglia di togliere piu’ che di aggiungere. Nei testi mi sento totalmente libera di raccontare una storia descrivendone ogni particolare e dettaglio, cosi’ come lanciare messaggi ermetici o concettuali, perché nella vita reale sono così, mista. Amo i suoni delle parole e le immagini che mi creano un’emozione forte, tanto quanto la velocità di una frase piu’ ritmica se mi fa venire voglia di ballare, altra mia grande passione. Penso che sarò sempre musicalmente un Tao, ovvero avrò queste due anime apparentemente lontane, insieme, e sono molto felice che esca questo e venga riconosciuto dopo pochi secondi di un mio pezzo. Sono affascinata dalla musica elettronica cosi’ come da quella acustica, purché segua l’idea principale e il senso del brano che ho in testa e che sto scrivendo. Ho voglia di provare ancora tanto e continuare a contaminare il sound che dovrà corrispondere a quello che sentirò, mi piacerà o ascolterò in quel momento, le mode mi interessano poco, da sempre''.

Sei circondata da un team di artisti con i quali collabori ad ogni tua release, dai musicisti che suonano con te al regista dei tuoi video. Che rapporto hai con la tua squadra e come si svolge il lavoro insieme? ''Lorenzo Avanzi è il regista di ''40'', il produttore di “Ansia”, “Catarifrangenti” e “Quanti cadaveri”, lo conosco da 12 anni ed oltre ad amarlo artisticamente, è una persona importantissima nella mia vita, cosi’ come tutti i componenti di ''40''. Siamo amici uniti dalla musica e dalla voglia di fare cose belle e personali, possiamo suonare in altri mille contesti, poi rivederci e far nascere idee creative sempre nuove. Il processo parte quasi sempre da me, scrivo, mando il brano a Giovanni Ghioldi e Lorenzo, ci confrontiamo e chiamiamo il resto della crew in base alla natura della canzone e al sound che ci interessa. In ''40'' il chorus e lo special sono arrivati insieme, avevo il testo ma non riuscivo a renderlo chiaro, Giovanni ha preso la chitarra e in 2 minuti l’abbiamo completata. Lorenzo mi conosce perfettamente, per i video parto da un’idea quasi sempre esagerata e lui fa quadrare tutto, proponendomi diversi punti di vista nuovi e interessanti, sa ciò che mi piace ed è totalmente libero di sconvolgere i miei piani, se questo migliora il risultato finale. C’è molta fiducia artistica e umana tra noi e credo sia questa la forza motrice del progetto, non aver paura di essere sé stessi, cosi’ come sapere che quello che stiamo scrivendo o registrando va al di là dei singoli, perché la musica, alla fine, unisce ed ha una sua potenza vitale intrinseca''.

Lo scorso maggio sei stata tra i protagonisti di "Storie di mare e piccole terre", spettacolo teatrale dal cast molto variegato: Vergassola, Dargen D'Amico, Isabella Turso. La regia di O.L. Jacquet. Che ricordi hai di quell'esperienza? ''Tornare in teatro dopo mesi di chiusura, è stato incredibile e fortissimo. Scrivere questo spettacolo mi ha salvata dalla malinconia e dalle ovvie preoccupazioni del primo Lockdown, mi sono immersa totalmente in questa storia acquatica e dedicata alle canzoni. Ci siamo conosciuti su quel palco e abbiamo vissuto una settimana frenetica, è stato bello collaborare con questo cast, soprattutto con Isabella Turso, pianista rara e donna piena di talenti. Le immagini proiettate dal premio Oscar L.Jacquet sono meravigliose, mentre cantavo mi sembrava di essere nell’oceano. Il teatro è la mia casa e le persone presenti e in streaming mondiale hanno sentito la forza di questa esperienza che parla di ambiente e di Terra, molto attuale e moderna, resa fiabesca dai testi di Dario Vergassola. Dargen è diventato un amico dopo cinque minuti e dietro le quinte abbiamo riso molto. Michele Tadini ha arrangiato le mie canzoni e curato i suoni di tutto lo show, portandoli a livelli altissimi. So che lo rifaremo e penso che “Storie di mare e piccole terre” abbia un messaggio importante da lasciare al mondo, lo stesso di cui canto in “Pachamama”, scelta come canzone d’apertura''.

Concludiamo chiudendo il cerchio: nei tuo 40 anni da artista hai fatto tantissimo, ma c'è qualche cosa che non hai ancora fatto e che, forse, realizzerai in futuro? ''Voglio dedicarmi alle colonne sonore e tra qualche anno aprire una residenza estiva per cantautori, sul mare. Scrivere nuovi spettacoli per il teatro, fondendo arti sempre diverse e particolari. Scrivere un libro di poesie e farle cantare da artisti di generi musicali opposti. Magari un programma radiofonico?''.