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11/07/2021   QUANTO
  ''La mia musica deve essere pop, avere gli spigoli del rock e suonare sintetica...''

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, intitolato “Caracalla”, abbiamo fatto un paio di domande all’artista piemontese.

Com’è nato il tuo nuovo singolo, “Caracalla”? ''“Caracalla” è nato sull’onda di un profondo lavoro di ricerca personale e artistica. È uscito così, senza che lo andassi a cercare. Probabilmente doveva venire fuori e in poche settimane l’ho scritto, prodotto e finalizzato. È una canzone che con ironia dice una cosa importante: abbiamo bisogno di tornare a ballare''.

Ti andrebbe di raccontarci qualcosa in più in merito al tuo personaggio e al tuo background? ''Quanto è la mia vita parallela. Manifestazione della mia urgenza di scrivere e di comunicare. Dico sempre scherzosamente che non riesco a smettere di suonare. Non che io voglia smettere, anzi. Ma la musica occupa una grossa parte della mia vita e per lei continuo a sacrificare tanto. Molti di noi che scrivono e hanno progetti musicali sanno cosa vuol dire. Ho investito tante energie personali: prima sulla mia band (i Dagomago, sciolti nel 2018) con la quale abbiamo fatto tante cose belle e alcune anche importanti; e ora in questo progetto solista. È stato un processo faticoso arrivare al sound che ho definito e che è ben rappresentato da “Caracalla”. È stato faticoso perché - come giustamente dice un caro amico chitarrista - sono irrequieto, soffro di un eccesso di eclettismo e amo tanto la musica, nelle sue declinazioni più variegate. Sono arrivato a comprendere che la mia musica deve avere tre elementi imprescindibili: deve essere pop e arrivare a tutti, deve avere gli spigoli del rock e deve suonare sintetica. Non è stato facile, ma ci sto arrivando''.

Hai un metodo di lavoro particolare in studio? ''Grazie per la domanda. Spero di non risultare noioso. Ho sempre patito tantissimo lo studio di registrazione. Mi piace definirmi cantante per necessità e chitarrista senza esagerare. Non sono un musicista eccelso. Mi sento molto di più un artista che usa il linguaggio della musica per esprimersi. Negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica dà a quelli come me possibilità straordinarie. Ho allestito un home studio, che è ancora molto punk, ma a casa riesco ad arrivare a un risultato che mi fa prendere bene mentre scrivo e produco e questo è fondamentale per la resa delle canzoni. “Caracalla” è stata prodotta e registrata tutta in casa. E mixata dal Maestro Jacopo Mazza nel suo (molto meno punk del mio) home studio. Ma lo facevano già gli Mgmt quasi (ahimé) vent’anni fa. Per lavorare in studio servono le persone giuste, per la tua musica e per il tuo progetto. E non è sempre facile trovare un match vincente. Ho la fortuna di avere un bel team di persone speciali che colmano i miei vuoti, penso a Eddy Romano de La Fonderia Musicale, al guru dell’audio Sem Cigna, a Jacopo che ho menzionato prima, a Simone Squillario che (anche lui da casa sua) masterizza i miei brani, fino a Marilena Florio che ha curato tutta l’identità visiva e concettuale del progetto. Ora manca solo un supporto discografico ed editoriale importante che faccia volare queste canzoni. Arriverà, ma intanto incrocio le dita''.

Sai già quando tornerai a suonare? ''C’è una bella data ad agosto e poi forse qualcosa a settembre. Esco in trio, con mio fratello Luca Buranello alla batteria e Pietro Mercando al basso. Il live mi piace molto, è una bella botta. È la dimensione che preferisco. Spero di poterlo portare in giro tanto, ne ho bisogno''.