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21/09/2021   MAESTRAL
  ''Influenzati da tutti i nostri ascolti, ma liberi da qualsiasi condizionamento...''

Maestral è un collettivo di quattro musicisti veneziani, nato dalle ceneri dei Disincanto. Il loro album è “Marghesarà” ed è appena uscito negli store digitali. Facciamoci raccontare qualcosa in più.

Benvenuti. Non essendo la vostra prima esperienza, quella con i Maestral, ci dite a grandi linee qualcosa di voi e cosa vi ha spinto a rinascere dalle ceneri dei Disincanto? ''Disincanto era un progetto che si approcciava alla musica dalla parte dello spettacolo dal vivo. Interpretavamo a modo nostro, con i nostri strumenti, le canzoni degli autori che amavamo. Autori anche molto diversi uno dall’altro sia come genere che come periodo. Facevamo un po' come nel primo jazz che improvvisava su brani conosciuti per far divertire il pubblico nei rumorosi e fumosi locali dell’epoca. Maestral invece è un progetto che propone dei brani originali, costruiti negli arrangiamenti passo dopo passo. Influenzati certo da tutti i nostri ascolti precedenti ma liberi da qualsiasi condizionamento commerciale. Non risulta facile neanche per noi definire la nostra musica. E’ quella che spontaneamente si è materializzata durante le sessioni di registrazione e di mixaggio. Il passaggio da un progetto all’altro non è stato programmato. Forse il periodo di lockdown ci ha necessariamente portati verso il lavoro in studio''.

Il linguaggio che usate è l’idioma veneziano, portato alla ribalta un trentennio d’anni fa dai Pitura Freska. Benché il vostro sound sia molto più cantautorale anni ’70, c’è qualche influenza che avete incamerato da loro oppure vi ispirate più all’eleganza di artisti come Gualtiero Bertelli? ''Il fatto di aver inserito una canzone di Gualtiero Bertelli nell’album e di averlo come ospite a cantare sul brano che dà il titolo all’intero lavoro in qualche modo già risponde a questa domanda. I Pitura Freska sono un gruppo che noi adoriamo e che certamente ci ha dato molto, ma senza dubbio l’influenza che arriva da Gualtiero Bertelli si sente di più''.

Non temete che esprimersi in dialetto possa essere sì un’incondizionata dichiarazione d’amore per la vostra città, ma anche un “limite” comprensivo per chi non abita in laguna e dintorni? ''Certamente è un limite per le persone che non parlano e non capiscono il dialetto veneziano. Possiamo però essere compresi dalle persone che parlano dialetti simili, in linea di massima tutti i veneti, che non sono pochi neanche in giro per il mondo. Prima citavi i Pitura Freska, loro hanno avuto una popolarità molto grande in tutto il paese cantando in veneziano. Potremmo anche sperare che succeda per la canzone veneziana quello che succede per la canzone d’autore partenopea''.

“Par ti” è il singolo scelto come apripista . Ci parlate del suo significato recondito e come nasce la storyboard del video? ''La canzone parla dell’amore incondizionato in senso molto generale. Potrebbe essere interpretato in chiave spirituale come fosse un dialogo interiore, o rappresentare la relazione di intimità che si crea tra un artista e il suo pubblico o verso la propria arte. Nel video si è scelto di raccontarlo attraverso l’amore per il proprio territorio, ma queste sono letture che sono avvenute dopo aver scritto la canzone. Sinceramente, come spesso accade, l’ispirazione originaria è nata pensando a una donna. Per quel che riguarda lo storyboard del video invece, ci siamo affidati alla creatività e all’esperienza di due professionisti come Alice e Lorenzo, con cui è stato davvero divertente girare nello splendido scenario lagunare. Hanno trovato nel passaggio dei bulbi di tulipano, l’atto d’amore che tramanda la conoscenza da una generazione all’altra, permettendo a un fiore di nascere anche dove a prima vista potrebbe sembrare impossibile. Ci è piaciuta subito l’idea, ci ha fatto pensare a tutte quelle persone che si danno da fare per il bene comune nelle nostre città e che molto spesso non vengono riconosciute, anzi, vengono osteggiate dalle amministrazioni, perché viste come un ostacolo per lo sviluppo di un territorio, nel nostro caso il Veneto, che ha già superato da un pezzo il limite di consumo del suolo''.

Il nuovo album “Marghesarà” è appena uscito negli store digitali e contiene, oltre al singolo, altre 9 tracce. Quale, tra queste, ci tenete a segnalare maggiormente e perché? ''Sono tutte canzoni che amiamo allo stesso modo. Sinceramente non sapremmo tirare fuori un titolo che meriti più attenzione degli altri. Le tracce sono dieci ma i brani nell’album sono nove, uno è solo un piccolo pensiero che introduce un brano scritto per un amico che ora purtroppo non c’è più''.

La band comprende: Sergio Renier, Riccardo De Zorzi (entrambi ex Moofloni), Walter Lucherini (dei Tragos De Tango) e Uccio Rizzo (insegnante di batteria e varie collaborazioni con musicisti di Vasco). Vista la diversità d’esperienza, cosa vi ha accomunato in questo progetto? ''E’ vero, siamo tutti musicisti con studi ed esperienze molto differenti. Siamo amici e stiamo bene insieme quando suoniamo e quando non suoniamo. Siamo tutti sintonizzati sulle stesse emozioni. Si è aggiunto nel frattempo anche un quinto elemento, Nicola Gomirato, altrettanto diverso nelle esperienze e altrettanto in sintonia''.

Secondo voi, quale dovrebbe essere la missione principale della canzone? Infondere emozione, lanciare messaggi, donare spensieratezza, condividere sensazioni ed esperienze o cos’altro? ''La canzone, come le altre arti, la pittura, il cinema, la poesia, contiene al suo interno tutto. Tutte le cose che hai citato e tutte le altre che hai racchiuso in “cos’altro“. Non ci può essere però una canzone buona per tutte le situazioni. Noi, certo, con l’intero album speriamo di averne messe insieme tante. Ecco, quello che non c’è sono i tormentoni estivi latinoamericani da villaggio turistico. Questi non li abbiamo messi, non in questo album perlomeno''.

Mi sono spesso chiesto se Venezia, con le sue ineguagliabili caratteristiche amate in tutto il mondo, possa offrire un bel supporto per i concerti… In realtà com’è da voi lo scenario live? Avete già date fissate per promuovere “Marghesarà”? ''Per il genere di musica che facciamo noi, che non ha ha bisogno né di grandi palchi né di grandi volumi, Venezia potrebbe offrire certamente degli spazi per esibirsi. Certo, bisogna che la cittadinanza li desideri questi spazi, e che l’amministrazione li finanzi. Per il momento è quasi tutto affidato alle iniziative di soggetti privati. Per quello che riguarda la presentazione del nuovo album, invece, siamo molto felici di poterla fare all’ARGO 16 di Porto Marghera il 24 settembre alle 21:00. Per gli appuntamenti “live” successivi dovete per il momento tenere d’occhio la nostra pagina facebook (Maestral Official)''.

Salutando i Maestral, auguriamo che il dialetto veneziano possa tornare in auge a livello popolare come in passato. (Max Casali)