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29/09/2021   MARI CONTI
  ''L'energia invisibile a cui dovremmo affidarci con piu' serenità...''

Ciao Marina, l’8 Ottobre esce “Invisible Things”, il tuo nuovo disco. Quali sono queste “cose invisibili” di cui parli? ''Ciao Music Map! Le cose invisibili sono tutte quelle cose immateriali che fanno parte della nostra vita a cui spesso non diamo la giusta importanza. Ma sono proprio quelle cose che spesso guidano le nostre azioni e di conseguenza il nostro destino e che determinano il nostro rapporto con l'altro. Sono le nostre azioni, nel bene e nel male; le nostre emozioni... l'aria che respiriamo e che ci da' la vita... il mondo sottile... A pensarci bene sono molte le cose invisibili che fanno parte della nostra vita''.

Il disco è stato scritto insieme a Osmond Wright (Mozez), ex frontman degli Zero 7 e fondatore di Numen Records, l’etichetta che fa uscire i tuoi dischi. Come vi siete conosciuti e come è nata questa vostra collaborazione? ''Conosco Mozez perche' ero una sua fan, quando scriveva e cantava con gli Zero 7! Ero pazza della loro musica. Venne in Italia (Senigallia) parecchi anni fa per un concerto per presentare il suo album ''So Still'' con la sua band, e colsi l'occasione per intervistarlo per Romamusica (un sito di concerti creato con altri amici conosciuti durante un corso di Marketing Musicale presso il Saint Louis College di Roma, che prevedeva anche dei contenuti come interviste e recensioni). Lui aveva saputo che cantavo e scrivevo canzoni, ed essendo un produttore, oltre che cantautore, mi chiese di fargli ascoltare delle mie demo. Cosi' gli portai un cd con incise delle registrazioni che trovo' interessanti. Di li a breve decidemmo di lavorarci insieme e decisi di trasferrmi a Londra dove viveva Mozez. Cominciammo cosi' a lavorare sul mio primo album ''Gentle Beauty''.

“Invisible Things” è fatto di brani originali e in inglese, tranne uno che è una cover di un celeberrimo brano italiano, ovvero “Amarsi un po’” di Lucio Battisti. Come mai hai scelto proprio questa canzone? ''Lucio Battisti e' il mio cantautore italiano del cuore. Da bambina ascoltavo spesso ''Amarsi Un Po''' - ed altri suoi brani - al juke box di mio papa'. Ne sono emotivamente molto legata''.

Quali sono le tematiche principali affrontate in “Invisible Things”? ''La tematica principale e' la fede, a volte non solo intesa in senso religioso. Ho sentito il bisogno di concentrare la mia attenzione su cio' che non possiamo spesso cogliere con gli occhi ma che esiste in tutta la sua forza e che vive con noi. Il credere che ci sia un filo sottile (qualcuno le chiama coincidenze) che guida le nostre esistenze, una sorta di energia invisibile che ci pone di fronte al nostro destino e alla quale dovremmo affidarci a volte con piu' serenità''.

Oltre a quello con Mozez, un altro incontro importante che ha segnato la tua carriera è stato quello con Gary Lucas. Vuoi raccontarci qualcosa di questo? ''Conobbi Gary Lucas ancora una volta grazie alla mia passione per la musica, in questo caso specifico per quella di Jeff Buckley (amico e co autore di Lucas di due brani celebri suoi brani, ''Grace'' e ''Mojo Pin''). Anni fa lo contattai perche' volevo organizzare dei concerti in Italia per farlo conoscere ai piu': Gary Lucas e' un eccezionale chitarrista fingerstyle oltre che compositore e autore, con alle spalle importanti collaborazioni oltre Buckley (Captain Beefheart). Nacque cosi' un'amicizia che e' rimasta nel tempo. Ho avuto l'occasione di scrivere un brano con lui (ancora inedito purtroppo) dedicato proprio a Jeff Buckley, che spero un giorno possa uscire come singolo... chissa'!''.

Hai vissuto diversi anni a Londra, capitale europea della musica… Il tuo periodo londinese ti ha influenzato ed è stato utile per la tua musica? In che modo? ''Vivere a Londra e' stata un'esperienza unica e forte. Molto spesso difficile per vari motivi, personali e non, ma che mi ha aiutata sicuramente a connettermi con la parte piu' creativa (che non pensavo di avere) di me stessa e quella piu' razionale. Quindi direi che sicuramente e' stato un momento della mia vita fondamentale per la mia musica''.

Come definiresti “Invisible Things” con 3 aggettivi? ''Evocativo. Immaginario. Electro Pop''.

Quali sono i tuoi progetti futuri? ''Sicuramente continuare a scrivere nuovi brani... e poi chissa', magari realizzare un terzo album!''.