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01/10/2021   BRUCE SUDANO
  ''Pensare e sentire, attingendo semplicemente dalla condizione umana...''

Il tuo nuovo disco “Ode to a Nightingale” è uscito l’1 Ottobre. Che cosa rappresenta per te questo usignolo? ''L’usignolo in questo contesto rappresenta una voce di speranza nel buio della notte, canta una melodia che ci guida verso l’alba di un nuovo giorno''.

Di cosa parla questo nuovo disco? Parla in qualche modo della pandemia che stiamo vivendo? ''Il nuovo disco parla di un po’ di cose diverse. E’ vario nel contenuto: canzoni di filosofia, canzoni d’amore, canzoni di consapevolezza sociale e storie. Questo è un po’ il territorio emotivo che copre. Per quanto riguarda la pandemia, tutte le sette canzoni sono state scritte durante la pandemia ma solo una tratta di questa, marginalmente. Non volevo che questo disco riflettesse il peso e la confusione di questa pandemia. L’ho scritto dal punto di vista opposto. Fondamentalmente da dove siamo ora, ora che - se tutto va bene - ne stiamo venendo fuori, con una certa cautela, attenzione, anche se c’è un senso di ignoto... ma con un certo entusiasmo e spensieratezza''.

Nel processo di scrittura cosa viene prima: il testo o la musica? ''Il ritmo e la melodia arrivano relativamente facilmente. E’ il concetto della canzone, insieme alla poesia, ciò da cui parte tutto. Questo spesso può evolversi mentre suono e canto in maniera casuale, finché non accade la magia. Poi ovviamente deve essere sviluppata ma è sempre bello quando puoi cominciare con qualcosa di magico''.

“Ode to a Nightingale” sembra andare in una direzione più pop e dare molta attenzione al lato armonico… come mai questa decisione? ''Torniamo all’idea di non voler dare all’album la pesantezza di questa pandemia. Quindi volutamente volevo togliere un po’ di questa oscurità e farlo suonare più solare e luminoso rispetto ad altri miei lavori precedenti. Un po’ di sonorità pop con belle armonie aiutano in questo intento. Ho preso questa decisone perché sentivo che questo era il tipo di energia di cui il mondo ha bisogno ora. Inoltre, allo stesso tempo, il disco affronta tematiche complesse della vita''.

Quali sono le tue principali fonti di ispirazione per la tua musica in tutte le arti in generale? Non solo nella musica quindi, ma anche nel cinema, poesia, arte visiva, etc. ''La mia ispirazione maggiore è la vita. Ho la fortuna di essere circondato da così tante persone interessanti e stimolanti. Alcuni sono artisti, registi, musicisti, poeti, ma molti sono persone normali che si occupano della propria vita, affrontando i problemi di tutti i giorni, provando a sopravvivere e ad arrivare al giorno dopo. E’ pensare e sentire, attingendo semplicemente dalla condizione umana. Di tanto in tanto mi piace immergermi nei Maestri, provando ad assorbire la loro tecnica e visione, imparando e lasciandomi ispirare. Si tratta di restare curiosi e farsi coinvolgere, ascoltare e riflettere attraverso le mie canzoni''.

Puoi dirci qualcosa del progetto grafico di “Ode to a Nightingale”? ''La copertina è stata creata da un’artista inglese che si chiama Vivian Boucherat. Ho conosciuto il suo lavoro qualche tempo fa e mi ha subito attratto molto. Mi piace perché ha un carattere stravagante e fantasia, ma allo stesso tempo dona immediatezza e realtà. Credo che la cover del mio disco trasmetta tutto questo''.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? ''Il mio programma per il futuro immediato è di tornare a suonare dal vivo. La cosa che più mi è mancata durante questa pandemia è suonare con altri musicisti. Inoltre, dal momento che la mia vita è divisa tra Milano e Los Angeles, mi piacerebbe avere una band in entrambe le città. Vorrei dar vita a delle residency, in piccoli locali dove suonare un paio d’ore una volta a settimana per un mese o due. Vorrei anche organizzare un tour in giro per l’Italia. Speriamo il prossimo anno''.