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21/10/2021   VIBORAS
  ''Ne abbiamo passate e ne passeremo, e siamo sempre restati a galla grazie alla nostra musica...''

Benvenuti. Dal 2003, anno della nascita dei Viboras, al nuovo disco ''Eternal''. Cosa è successo in tutto questo tempo? ''Ciao ragazzi, c'è tanto da dire! Poco dopo esserci formati abbiamo realizzato come molte band un demo, dal titolo "We Bite", che ci ha fatto arrivare alle attenzioni di Ammonia Records grazie alla quale nell'anno successivo abbiamo realizzato il primo album "Wrong", con il quale ci siamo ritagliati la nostra fetta nel panorama nazionale, soprattutto in ambito punk rock. Da lì in poi le esperienze sono state molte, grossi festival, aperture a band da sogno e molte date che ci hanno portato anche fuori dall'Italia. Dopo una serie di iper attività, tra le altre cose la collaborazione di Irene al disco ''Rap'n'Roll'' di J-Ax, nel 2010 ci siamo presi una pausa di cinque anni in cui ci siamo dedicati a progetti personali. Scaduto questo periodo siamo tornati in un panorama musicale che credevamo ci avesse almeno in parte dimenticati, invece non è stato così. Dopo tre anni nel 2018 abbiamo realizzato ''Eleven'' che ci ha dato molte soddisfazioni. Senza aspettare molto abbiamo poi realizzato l'EP "Bleed", prima parte ufficiale del progetto che si è poi concluso con "Eternal"''.

“Eternal” ha preso forma anche durante il lockdown. Anche per questo le tematiche sono spesso amare. Come sono nate queste canzoni? ''Un paio di canzoni sono nate direttamente prima della chiusura, ma in ogni caso insieme alle altre sono state lavorate durante quel duro periodo. Come reazione alla chiusura, oltre ad aver girato un video al giorno per raccogliere fondi per l'ospedale di Bergamo e aver realizzato un disco tutto da casa con più di quaranta musicisti della scena nazionale sempre per una raccolta fondi, ci siamo attrezzati per registrare home made. Fin da subito la decisione è stata di produrre quanto si poteva in casa, con tutte le difficoltà dell'inesperienza. Così sono nate montagne di demo e rivisitazioni che, inevitabilmente, non potevano che essere segnate dal periodo incerto. Volontà nostra è stata poi di "alleggerire" il tono di alcuni passaggi per non far rivivere eccessivamente pesante un periodo che tutto sommato volevamo lasciarci alle spalle. Un'altra finalità che avevamo, appunto, era di completare il tragitto iniziato con ''Bleed'', e questo ci ha dato una linea compositiva da seguire. Al di là di tutto il nostro sound non è mai stato poi tanto allegro ma piuttosto incazzato e cazzuto. Grosso merito va per le sonorità a Frank Altare del 33Hz studio, con cui lavoriamo ormai da anni, che a distanza di due anni è riuscito a creare il giusto feeling tra i due EP''.

Tanti gli ospiti speciali. Da Paletta dei Punkreas a La Dava dei Vallanzaska, e altri ancora. Per ognuno di loro, qual è stato il contributo portato al disco? ''Tutti hanno lasciato la loro impronta ben marcata in ogni canzone, fin da subito li abbiamo lasciati liberi di agire a loro piacimento. Non è stato raro che dopo il loro intervento rivedessimo metriche e strutture del pezzo. Hanno aggiunto una ricchezza alle canzoni che, probabilmente, senza loro oggi sarebbero differenti. Per fare un esempio pratico, ''My Fate'', l'ultimo singolo, è stato riscritto nella parte finale dal Metius che sentiva la necessità di un sing along, suggerimento che abbiamo seguito seduta stante. Diversamente è andata con Sebi e ''Dei Senza Benza'', che ha scritto un pezzo pensando a noi, è stata un'esperienza fantastica oltre che un orgoglio incontenibile''.

Ad oggi, quale credete sia il vostro posto nella scena musicale italiana? ''Non lo sappiamo chiaramente, siamo dei tipi modesti. Diciamo una delle band punk più rappresentative in Italia, dai... giusto per stare in tema modestia. A parte gli scherzi ci sentiamo qualcosa di più di una band, ne abbiamo passate e ne passeremo e siamo sempre restati a galla grazie alla nostra musica. Ci piace pensare di avere il nostro spazio ben definito nel panorama nazionale indipendente, ce lo meritiamo no?''.

Cosa c'è nel futuro dei Viboras? ''In attesa di sblocchi e ricalcoli ci saranno tante date, tanta scrittura perché è ciò che amiamo fare, e alcuni progetti sullo stile di ''Skeletons in the closet'', album di cover realizzato per il Natale 2019. In pratica il progetto è... non fermarsi mai!''.