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01/02/2022   MARCO GALIMBERTI
  ''Il potere della musica è riuscire a parlare di cose che normalmente non riusciresti ad affrontare..''

Marco Galimberti è un cantautore classe 1999 di Ornago (MB). Fin da bambino si avvicina alla musica suonando e studiando da autodidatta la chitarra ed il basso.Nel 2019 comincia il suo percorso da solista facendo diverse serate nei locali della Brianza. A gennaio 2020 pubblica il suo primo singolo “Dove sei” per la Honiro Label. Oggi esce col nuovo singolo "Ero solo un bambino".

Ciao Marco. Praticamente la musica ha sempre fatto parte di te sin da bambino, però le ossa te le sei fatte con la pop-punk band degli Off Topic. Cosa ci racconti in merito? ''Ciao a tutti! Gli Off Topic sono stati un passaggio importantissimo della mia adolescenza. Mi hanno permesso di salire su un palco per la prima volta, conoscere tantissime persone e girare tanti bei locali che porto tutt'oggi nel cuore. Abbiamo vissuto tante situazioni improbabili che oggi ricordo con un bel sorriso e soprattutto ci siamo divertiti tantissimo. Il pop-punk fa parte tutt'ora della mia vita, è il mio genere musicale preferito e farà sempre parte di me in qualche modo. Negli anni con gli Off Topic ci siamo tolti delle belle soddisfazioni condividendo il palco con alcune band molto importanti del panorama musicale italiano punk''.

Nel 2019 intraprendi la strada solista e l'anno dopo debutti col singolo "Dove sei" e, da lì a poco, il primo e.p. "In punta di piedi. Chi ti ha introdotto ed aiutato nel mondo discografico? ''Sembra una frase fatta, ma ho iniziato completamente solo e piano piano mi sono costruito una buona rete di contatti coi quali ora collaboro. Dalla fine del 2020 lavoro con la mia vocal coach Patrizia Lieti che segue anche il mio percorso da solista, proponendomi tanti bei progetti, concorsi e collaborazioni sempre interessanti''.

Oggi arriva il nuovo singolo "Ero solo un bambino" che per te riveste particolare importanza e profondo significato, giusto? ''Giustissimo. La canzone ripercorre in qualche modo il mio percorso dentro al mondo della musica; grazie a questa canzone ho scritto e poi cantato di alcuni argomenti che non avevo mai affrontato con nessuno. Il potere della musica è proprio questo: riuscire a parlare di cose che normalmente non riusciresti ad affrontare''.

Ambisci ad essere per l'ascoltatore un amico fidato. Perché ti poni questo obiettivo: forse perché avresti voluto trovare anche tu una persona/cantante di riferimento? ''In realtà di riferimenti ne ho avuti molti. Ogni artista, a suo modo, riesce a dare qualcosa al suo ascoltatore in fatto di vicinanza. Poi ovviamente esiste quell'artista che sentiamo particolarmente vicino e che riesce a esprimere quelle emozioni che spesso non si riesce ad esprimere. Questo artista per me è Ultimo, che purtroppo ho scoperto abbastanza tardi ma che sono felice di aver incontrato (metaforicamente)''.

Che la musica abbia potere suggestivo è fuor di dubbio ma che riesca ad invertire il destino di certe decisioni è strabiliante! So che qualcosa di simile è successo anche a te, vero? ''Verissimo. "Ero solo un bambino" è nata in un momento in cui pensavo di abbandonare la mia carriera musicale. Essere riuscito a tirare fuori questo testo mi ha spinto a continuare e a riuscire a trovare un equilibrio con me e con la musica''.

"Ero solo un bambino" s'è piazzato al terzo posto al premio Mia Martini per la migliore interpretazione. Direi non male come risultato o ti aspettavi qualcosa in più? ''E' stata una bellissima esperienza. Ho conosciuto tanti bravissimi artisti e ragazzi, che sono riusciti a trasmettermi ed anche insegnarmi tante cose. Mi è un po' spiaciuto che la vittoria sia sfumata così all'ultimo, però col senno di poi va benissimo così. Ricevere il premio per la miglior interpretazione è stata un'emozione grandissima, mi ha in parte ripagato per tutti i sacrifici che devo fare per seguire il mio sogno musicale''.

Ho letto che ti piace comporre per offrire uno sguardo che derivi da diverse angolazioni: mi sembra un modo intelligente per allargare le visioni globali e tentare di esplicare le difficoltà nel mondo giovanile. Cosa ci dici in proposito? ''Sembra un po' un discorso da "boomer" però credo che viviamo in un mondo che decide cosa farti vedere, fenomeno che è amplificato alla ennesima potenza dai social quindi spesso si ha un po' il paraocchi sugli avvenimenti che accadono attorno a noi. Lungi da me ammiccare al mondo dei complottisti, sia chiaro. Semplicemente credo che ci vogliano varie angolazioni, appunto, per comprendere ciò che ci sta intorno. So che forse è una "responsabilità" troppo grande da attribuirmi, perciò vorrei cercare di allargare un po' gli orizzonti di chi mi ascolta''.

Nostalgia, speranza e libertà sono tre stati d'animo che si respirano nelle tue canzoni. In che percentuale s'incastrano nel tuo comporre? Stai preparando un tour e, magari, anche il primo LP? ''Direi Nostalgia 60%, speranza 30% e libertà 10%. Sono nostalgico di natura, anche sulle più piccole cose o in ambiti della vita in cui nessuno probabilmente proverebbe tale sentimento. La speranza è fondamentale per chi intraprende il suo percorso nella musica. Speranza che comunque non va solo sperata, ma va anche conquistata; bisogna fare le cose in modo che poi la speranza sia utile alla realizzazione finale, senza aspettare che la speranza faccia da sola. La libertà è un concetto importantissimo che mi piace sviscerare spesso dentro ai miei pensieri, però è molto difficile trovarne una definizione esaustiva. Mi piace scrivere canzoni liberatorie, nelle quali trovo la libertà di dire ciò che voglio e nelle quali mi libero dei pesi che mi porto dentro. Mi piacerebbe poter preparare un tour, ma purtroppo la situazione che viviamo in questo momento rende un po' difficile il tutto. Sicuramente in futuro mi piacerebbe organizzare qualche tour. Il live è la forma più vera di un artista. Per il primo LP mi sa che bisognerà aspettare ancora un po'. Ad oggi conviene un po' poco concentrare le proprie forza su un cd. Pubblicherò sicuramente altri singoli con l'obiettivo di riuscire ad arrivare a più persone possibili e far conoscere la mia musica in lungo e in largo''.

Prospettando i migliori auspicii per la carriera salutiamo Marco Galimberti con un grosso "In bocca al lupo!".