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29/03/2022   BLUAGATA
  ''Offriamo a chi ci ascolta la nostra visione del mondo...''

Bluagata nasce in Toscana, a Prato, nel 2017 dall’incontro di Alessia Masi (voce / piano/ synth) con Margherita Bencini (voce/ synth), Federico Masi (batteria), Folco Vinattieri (chitarra) e Lorenzo Mattei (basso). Nel 2018 registra al Noise Factory Studio di Milano, con il produttore A. Camagni (Ministri), l’album “Sabba” (Oto Records) accompagnato dai video “Bluagata”, “La Ferita a Crezia“, “Diamante” e “Bellezza”. Nell’Ottobre 2019 produce un EP di 6 brani in inglese intitolato “The Disguises of Evil” (Oto Records). Il periodo pandemico stimola l’elaborazione del terzo album “Di stanze e nevrosi”. Ne parliamo con loro.

Benvenuti. Quest’anno toccate la soglia del lustro d’attività. Che bilancio fate di questo quinquennio? ''Ciao a tutti. Esatto, quest’anno saranno 5 anni da quando il progetto Bluagata è partito e il bilancio è sicuramente positivo, nonostante ci siano stati nel mezzo 2 anni di stallo quasi completo. Siamo partiti fin da subito con un’idea chiara e ben precisa: suonare live il più possibile per portare la nostra musica ed il nostro messaggio dappertutto ed in questo percorso ci hanno aiutato sia i Meganoidi, con i quali abbiamo condiviso molte date del loro tour, sia i vari promoter che ci hanno dato spazio. Nei primi due anni abbiamo fatto circa 70 date e avremmo voluto continuare così ma i disastri che sono accaduti dal 2020 in poi ci hanno relegato in casa, adesso speriamo di poter ripartire e fare ciò che abbiamo sempre voluto fare: suonare''.

Il nuovo album “Di stanze e nevrosi” è ancora prodotto da A. Camagni (Ministri), a conferma che “squadra vincente non si cambia”. Che differenze ha apportato rispetto al debut-album “Sabba”? ''La scelta di lavorare nuovamente con Alessio è stata più che naturale abbiamo un legame umano, prima che professionale, molto forte. Ogni album è un mondo a sé stante, un viaggio che ci isola dal mondo esterno e ci unisce tra di noi alla ricerca più profonda del senso di quello che vogliamo trasmettere e per questo anche a livello sonoro gli album sono sempre diversi tra di loro: “Sabba” è sicuramente più scuro, visto anche il tema delle streghe, “The Disguises of Evil” invece “metal-trendy” (così ci piace definirlo), mentre “Di stanze e nevrosi” è più acido. Il lavoro che facciamo con Alessio parte a distanza con la condivisione dei vari provini che registriamo a casa, si evolve nel capire come e quali migliorie poter apportare e termina in studio dove, se pur con delle certezze, lasciamo sempre la porta aperta a qualsiasi colpo di testa momentaneo. Ogni scelta è condivisa da tutti al 100%''.

Nell’esoterismo, il n.11 è considerato il primo numero maestro ed, in generale, sta a significare un forte cambiamento a fronte di una grande forza. So che questo numero sia uno dei vostri preferiti, a cominciare dal numero delle tracce: perché? ''Perché come il numero 11 rappresenta un forte cambiamento anche questo album è stato il frutto di un cambiamento che stavamo vivendo durante la composizione dei brani. Per la prima volta eravamo costretti a comporre a distanza senza poter vivere la sala prove, quel luogo dove erano nati i due lavori precedenti. Tutto intorno stava cambiando e anche dentro di noi stavano cambiando tante cose. Questo disco rappresenta un’evoluzione della nostra musica e delle persone che siamo. Superare gli ostacoli ti rende più forte quindi quale numero se non l’11 per raccontare tutto questo?''.

Già 3 i singoli estratti: “Comodità”, “Persone vuote” e “Resti qui”. Come li descrivete? ''Per questo nuovo album ci siamo immaginati dei personaggi, inquilini di questo condominio inventato, tutti vittime di diverse nevrosi (un po’ come eravamo noi mentre stavamo scrivendo l’album: isolati, rinchiusi e costretti ad affrontare i demoni che avevamo dento) e quindi ogni singolo parla di un particolare personaggio e la sua follia. In “Comodità” abbiamo il consumista inconsapevole, in “Persone Vuote” il moralista eremita e in “Resti qui” l’amica morbosa. E altri personaggi folli stanno per arrivare!''.

Cosa vi ha spinti a declinare l’invito a partecipare alle finali di Sanremo Rock 2021? Una kermesse che da voi non è vista di buon occhio? ''Ci siamo iscritti a Sanremo Rock mentre eravamo nel famoso stallo di cui parlavamo prima; appena ci hanno comunicato di essere alle fasi finali, ma soprattutto ci hanno comunicato le condizioni per la partecipazione, abbiamo deciso di declinare, ci è sembrata una speculazione sulle spalle dei gruppi. Non abbiamo niente contro la kermesse e come decide di organizzare la sua rassegna, ci è semplicemente sembrato che non ci fossero le condizioni per una nostra partecipazione''.

Il continuo sondare timori, ansie, incertezze dei nostri tempi è un modo per esorcizzarle oppure è diretto ad aprire gli occhi a chi ancora non è consapevole del tutto o non è capace di gestirle? ''Non possiamo e non vogliamo elevarci a moralizzatori né a giudici dei nostri tempi. Offriamo a chi ci ascolta la nostra visione del mondo, che parte da una ricerca interna personale per poi aprirsi verso quello che ci circonda, ma poi ognuno sarà libero di farne ciò che vuole, di riconoscersi, di commuoversi, di arrabbiarsi o cosa vorrà. L’intento non è aprire gli occhi a nessuno, portiamo sul palco chi siamo e quello in cui crediamo, chi ci verrà a sentire poi farà suo ciò che vuole in un modo personale ed unico, è proprio questo il bello della comunicazione''.

Da quale costellazione stilistica traete linfa per delineare il vostro sound? ''Da tantissime e da nessuna in realtà. In fase di composizione e registrazione ognuno porta, anche inconsciamente, quelle che sono le proprie influenze musicali ma cerchiamo sempre di non porci limiti e di cercare un mix che, almeno per noi, è interessante. Oltretutto mettendo tutti il proprio contributo nelle canzoni pensate dagli altri viene sempre fuori un risultato diverso rispetto alla partenza e all’idea originaria. Un fatto davvero interessante è che quando ci dicono “in questa canzone mi ricordate X” molte volte noi X non lo abbiamo mai ascoltato!''.

Il ritorno ai concerti è l’atteso appuntamento che tutti aspettiamo. C’è già in cascina qualche data per presentare “Di stanze e nevrosi”? ''Non vediamo l’ora di poter tornare sul palco con continuità per portare live questo nuovo disco. Abbiamo diverse date e vi invitiamo a seguirci sui nostri social (Fb, IG e YT) oltre che sul nostro sito, www.bluagata.com, per rimanere aggiornati su qualsiasi novità. Vi diciamo solo i prossimi due appuntamenti: 14 Aprile con Andrea Chimenti per Indiependente Festival a Pistoia e il 7 Maggio al Capanno Blackout per quello che sarà il release party dell’album. Speriamo di poterci vedere ad un nostro concerto e intanto mandiamo un abbraccio virtuale a tutti voi. Grazie Max per questa intervista. Ci vedremo presto, è una promessa. Bluagata''.

Augurando ottime prospettive, salutiamo i Bluagata , ringraziandoli per questo incontro. (Max Casali)