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05/11/2025
05/11/2025 STA ARRIVANDO IL DE PROFUNDIS DEL RAP?
Per la prima volta negli ultimi 3 decenni, le classifiche voltano le spalle ai rapper
Da circa 15 anni le classifiche italiane sono preda di rapper e trapper (la differenza tra le due correnti è ormai infinitesimale). Inutile ricordare i nomi che, ormai da un decennio, abitano con continuità le varie charts tricolori.
Non è ovviamente un fenomeno esclusivamente italiano. Negli USA il rap la fa da padrone da tempo immemore: nato addirittura negli anni settanta a New York, il rapping ha cominciato a comandare nelle classifiche statunitensi negli anni '80, portandosi dietro di peso tutte le charts mondiali.
C'è qualcosa, però, che differenzia l'ondata rap-trap italiana degli ultimi 15 anni. E cioè che la nostra nazione si è "impadronita" del genere, dimenticando quasi in toto i dioscuri statunitensi del genere, e lasciando il proscenio esclusivamente ai rappresentanti autoctoni del genere musicale.
Insomma, Geolier invece che Lil Wayne, Lazza al posto di Drake, Artie 5ive invece che J. Cole, Marracash al posto di Kendrick Lamar, e così via. Attenzione: non stiamo dicendo che i suddetti n.1 d'oltreoceano non abbiano riscosso alcun successo nello Stivale. Ma confrontate le loro vendite con quelle degli omologhi italiani, e capirete di cosa stiamo parlando.
Ma ora la situazione sta cambiando. E questo, per chi non ha mai sopportato granché il rapping (compreso il sottoscritto), è in effetti una notizia non sottovalutabile.
Date un'occhiata alle charts italiane degli ultimi mesi. Pochi rapper-trapper sopravvissuti, e largo invece a Olly, Bresh, Ernia, Achille Lauro, Pinguini Tattici Nucleari: personaggi insomma che (pur con un linguaggio nuovo ed adatto alle giovani generazioni) di certo non rappano. Anzi, tutti, nel loro modo personale e diverso, in un certo qual modo portano avanti i sacri stilemi della canzone italiana.
E, anche stavolta, non si tratta di un fenomeno (quello dell'arretramento del rap) esclusivamente italiano. Non ci credete? Sappiate che, per la prima volta in 35 anni, questa settimana nessun brano rap è ora presente nella Top 40 americana. Evento assolutamente epocale.
E' quindi ora di cantare il de profundis per il genere che ha dominato le classifiche mondiali degli ultimi 30 anni? Di certo no. Ma di registrare un (salvifico) cambio d'orizzonte, questo sì. Ed era ora. (Andrea Rossi)