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AFTERHOURS   "Live Palasharp Milano 23-05-2008"
   (2008)

Senza dubbio una delle band che più ha dato al cosiddetto nuovo rock italiano, la formazione di Manuel Agnelli è uscita a inizio maggio con un nuovo cd (“I milanesi ammazzano il sabato”) che conferma gli Afterhours come una delle formazioni più originali della musica italiana. Merito soprattutto di Agnelli, che in oltre venti anni di carriera ha sempre cercato di rinnovarsi, trovare nuovi stimoli, senza mai accontentarsi di quanto ottenuto e senza preoccuparsi di perdere il consenso di pubblico e critica. Una carriera costruita su scommesse apparentemente impossibili, in gran parte però vinte con caparbietà. Come l’idea di un festival itinerante interamente dedicato al rock indipendente italiano (“Tora Tora”), senza i grandi nomi di richiamo: una follia con il rischio della bancarotta per qualunque imprenditore dotato di buon senso, che Agnelli ha trasformato in una splendida realtà per tre edizioni (2002 – 2005), con oltre cento mila biglietti venduti. Follia anche cantare rock in italiano, mentre la maggior parte delle band italiane usava l’inglese (altro successo) per tornare poi alla prova in inglese come chiave di accesso al mercato estero, con lo scontento però di parte del pubblico italiano, fino alla quasi rissa con alcuni pseudo fan della band durante un concerto. Con il nuovo cd si torna all'italiano, ed è una delle prove più riuscite della lunga carriera della band milanese. Il concerto ovviamente è incentrato sui brani del nuovo cd, tra cui spiccano “E' solo febbre”, “Riprendere Berlino”, “Musa di niente” e “Orchi e streghe sono soli”, chiusura del disco e del concerto, in mezzo a brani ormai classici cantati da tutto il pubblico, come “1.9.9.6.”, “Oppio”, “Male di miele”, “Quello che non c'è”. Colpo di scena nei bis, quando si presentano alle spalle del pubblico sulla gradinata laterale, per eseguire una versione acustica di “Voglio una pelle splendida”, o quando Agnelli da solo, voce e chitarra, esegue “Immaginario” dedicandola a Materazzi, indossando la maglietta dell'Inter (intelligente provocazione, e il pubblico abbocca). Il pubblico milanese resta diviso a metà tra chi applaude (gli interisti) e chi fischia (i milanisti): a quel punto Manuel chiama il fido batterista Giorgio Prette, che, con la maglietta del Milan, gli resta abbracciato fino alla fine del brano, quando Agnelli ricorda che ci sono cose più importanti del calcio su cui dividersi. Ma questa data del tour è anche una festa. E' l'ultima apparizione del violinista Dario Ciffo, che proseguirà la carriera con i Lombroso. E poi gli Afterhours giocano in casa, e hanno chiamato un paio di amici. Il primo è John Parish, produttore dell'ultimo disco, che appare e scompare sul palco con la sua chitarra per tutto il concerto, e nei bis esegue “For What Is Worth”, e Cesare Basile, che per restare in tema propone una splendida, lunga ed elettrica versione della youngiana “Cortez the Killer”. Si chiude quindi alla grande questa prima parte del tour sold out, che ha visto gli Afterhours lasciare i club per conquistare le grandi arene e i palazzetti dello sport: una nuova scommessa vinta. (Giorgio Zito)