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ROCKETS "Live Parco Le Stanze Trescore Balneario BG 29-08-25"
   (2025)


PREMIATA FORNERIA MARCONI "Live Piazzale Tre Secoli Ricaldone AL 27-07-25"
   (2025)

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ROCKETS   "Live Parco Le Stanze Trescore Balneario BG 29-08-25"
   (2025)

Per l’ultima tappa del tour estivo i Rockets scelgono di sfidare il destino o, meglio, il tempo, dal momento che nel pomeriggio una pioggia torrenziale si è abbattuta sul parco Le Stanze e le previsioni annunciano altri temporali per la serata, tanto che solo i più fiduciosi si stanno chiedendo se lo show si potrà tenere regolarmente.

Alle 22.00, gli ottimisti sono ripagati perché della tempesta è rimasto solo un freddo polare, e quando le note di “Anastasis” riempiono il parco della città termale, tiriamo il fiato pronti al divertimento.

Il brano di “Plasteroid” è il pezzo ideale per aprire lo spettacolo. Da subito Fabrice Quagliotti regala tocchi di tastiere che, meglio di qualsiasi cosa, spiegano cosa voglia dire la musica dei Rockets. In realtà parlare di tastiere è riduttivo, in quanto il leader è letteralmente accerchiato da macchinari, tastiere e synth che pare quasi sulla plancia dell’Enterprise, mentre si muove come il Signor Spock tra un tasto e l’altro.

Non è una sorpresa ascoltare molte canzoni da “The final frontier”, ultimo e recentissimo in studio del gruppo. Le più efficaci in tal senso sono senza dubbio “Break the silence”, “Ride the sky” e “All 4 one”, che il pubblico accoglie come fossero afferenti al repertorio classico.

Ma con “Cosmic castaway” lo schermo riproduce l’immagine di Alain Maratrat, mentre Fabrice Quagliotti ricorda l’amico scomparso recentemente e che fece ancora in tempo a partecipare con le sue chitarre a uno dei brani migliori dell’ultimo lavoro.

In mezzo a tanta musica, non possiamo non notare quanto quello a cui stiamo assistendo sia un concerto dei Rockets e, allora, gli effetti sul palco, i laser e i perfetti outfit sono quell’elemento unico e imprescindibile, importante quasi come la musica creata dai quattro musicisti.

Fabri Kiarelli si conferma il frontman che i Rockets aspettavano da anni. L’impressione positiva già avuta in quel concerto torinese di un paio di anni fa, quando esordì con la band, è ancora migliorata; sempre più nella parte, si pone come un autentico trascinatore per pubblico e compagni di scuderia.

La novità del tour estivo è rappresentata dal cambio di line up e dall’ingresso di Daniele Quarto, in sostituzione di Eugenio Mori, ormai calato nella parte di turnista a tempo pieno con la Premiata Forneria Marconi. Il nuovo arrivato si fa notare non solo per la bravura, ma anche per lo spirito con cui interpreta il non facile ruolo di batterista.

Lo abbiamo detto, sono i Rockets e non ti aspetti certo che chi ne faccia parte abbia atteggiamenti da educanda. Daniele Quarto riesce ad unire capacità tecniche a quell’atteggiamento truzzo che tanto si sposa con la sua nuova band e insieme a Rosaire Riccobono possiamo dire che riesce a dare vita ad una sezione ritmica davvero robusta.

L’affiatamento dei cinque (Gian Luca Martino alla chitarra solista), la caratura dei brani eseguiti e l’effetto scenico ci confermano come questo sia il vero grande ritorno del gruppo; una seconda giovinezza che possiamo definire come il periodo “Silver 2.0”.

Se i nuovi brani sono accolti con entusiasmo, è innegabile che la parte del leone sia comunque giocata da pezzi più datati. La voce di Quagliotti filtrata dal vocoder che anticipa “Electric delight” è uno dei momenti più coinvolgenti dell’intero concerto; “Non stop” (da “Alien nation”) è un brano appassionante, “Future woman” e “One more mission” sono pezzi che ti fanno ricordare quanto questo gruppo sia stato tra i più influenti del panorama musicale degli anni ’80. E quando sta per partire “In the galaxy”, è lo stesso Kiarelli a confessare quanto la canzone abbia un alto tasso qualitativo (“Questo brano è una magia musicale!”).

La voce robotizzata di Quagliotti intona “On the road again” e, allora, siamo pronti per accogliere il brano più celebre dei Rockets, quella cover dei Canned Heat che seppe superare anche l’originale.

Breve pausa e poi spazio a “Galactica”, ovvero quel brano che gli fece vincere anche un Telegatto e che rappresenta la festa finale, tra fuochi artificiali, fumogeni, ringraziamenti collettivi, e un rimando al 2026 per prossimi e spaziali concerti. (TESTO E FOTO: GIANMARIO MATTACHEO)