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   (2024)


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   (2024)

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recensioni concerti

ENRICO RUGGERI   "Live Teatro Comunale Alessandria 26-03-2010"
   (2010)

La presenza di Enrico Ruggeri al Teatro Comunale di Alessandria è, senza dubbio, gradita sia agli alessandrini, sia allo stesso cantante milanese, che ha stretto con la città piemontese un rapporto particolare. Legame che viene sancito fin dal 1987 (anno del primo successo sanremese), quando viene pubblicato il live album di “Vai Rrouge!”, in cui l’artista si fa accompagnare dall’orchestra filarmonica di Alessandria. Da allora, la tappa alessandrina rimane praticamente una costante, all’interno di ogni tour di Enrico Ruggeri. La “Ruota tour 2010” ha, nelle intenzioni degli artisti, il proposito di far partecipare maggiormente il pubblico, attraverso una grande ruota elettronica posta sullo schermo principale. Il meccanismo è semplice: di tanto in tanto qualche spettatore viene chiamato sul palco per premere (come una sorta di gioco televisivo… infatti, riceverà una penna in omaggio!) un pulsante. La canzone dovrà essere eseguita dalla band. Alle 21.00, i musicisti salutano il pubblico. Accanto a Ruggeri (elegante con giacca e camicia) ci sono Luigi Schiavone e Paolo Zanetti (chitarre), Fabrizio Palermo (basso), Marco Orsi (batteria) e Francesco Luppi (tastiere). La band esegue “La ruota”, la canzone che apre anche l’ultimo album di Ruggeri e, subito dopo, si dà spazio al pubblico, per il primo “giro” della ruota virtuale. Il bello della diretta fa sì che la ragazza, a cui spetta il compito di giocare per prima, faccia cadere la lancetta proprio sulla voce “scegliamo noi”. L’onere della decisione passa, allora, nelle mani di Marco Orsi che propone “La vie en rouge”. Ruggeri fa sorride il pubblico quando confessa che le sue apparizioni televisive (“Il bivio” ed il più recente “Mistero”) sono quantomeno discutibili, facendo intendere che la sua vera passione è e resta la musica. Da qui in avanti lo spettacolo alternerà canzoni scelte dal gruppo ad altre casualmente proposte dal pubblico. Invero, tra gli invitati chiamati da Ruggeri a salire sul palco sono pochi quelli che si possono definire fan qualunque. È Ruggeri stesso a confessare che quello odierno è un concerto “Ad personam”: il figlio, la compagna Andrea Mirò (che realizzerà anche una canzone), un amico musicista, il figlio di Luigi Schiavone e la figlia del suo medico, sono alcuni esempi che testimoniano la particolarità del spettacolo di oggi. Quando arriva il momento di “Quello che le donne non dicono” e “Mare d’inverno” (due preziosi regali fatti a Fiorella Mannoia e Loredana Bertè) il pubblico si emoziona tributando lunghissimi applausi. Il cantante milanese è un grande intrattenitore, tanto che gli spazi che si riserva per dialogare con il pubblico finiscono per essere apprezzati quanto i momenti musicali. D’altro canto, Ruggeri è in possesso di una delle voci più particolari e belle dell’intero panorama italiano; insomma, ha il dono di rendere gradevole una canzone anche quando la stessa si presenta deboluccia o poco incisiva. Quando il pubblico seleziona “Giorni randagi”, è curioso vedere il gruppo scambiarsi occhiate perplesse e dire “…dai, facciamo una prova!”; in realtà la prova riesce benissimo, in quanto il brano risulterà essere tra le migliori esecuzioni dell’intera serata. Hanno un buon effetto anche “Non piango più”, “Portiere di notte” e, soprattutto, “Vivo da re”, accolta da una vera e propria ovazione. Dopo una breve pausa, per il rientro in scena il gruppo cerca di rendere più sanguigno il concerto. Ruggeri cita il film “Il gladiatore” quando dice: “Al mio segnale scatenate l’inferno”; è quello che attendevano i sostenitori più accaniti, che si catapultano sotto il palco per le ultime note di questo concerto. “Peter Pan”, la recente e sanremese “La notte delle fate” (sembra già un classico), “Rock show” ed ovviamente “Contessa” sono gli hit scelti per questo bollente finale. Le ultime note, invero, sono riservate a “Mistero” (che ricorda sanremesi successi), apprezzata da tutto il teatro in festa. Prima che si chiudano definitivamente i tendoni del palco, c’è lo spazio per i consueti lunghi saluti finali a cui partecipano proprio tutti (dai musicisti ai parenti) nei quali l’ultima immagine è riservata ad un Ruggeri che stringe il figlio e lo alza come un trofeo. (Gianmario Mattacheo)