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recensioni concerti

MADONNA   "Live Stadio Olimpico Roma 06-08-2006"
   (2006)

L'evento dell'anno si apre con il Dj set di Paul Oakenfold, apripista del “Confessions Tour”. Incredibile è vedere lo stadio in festa completamente scatenato, una grande disco all’aperto che urla il “po’po’po’“, inno dei tifosi italiani ai Mondiali di calcio, e si scatena quando Paul nella selezione include “Sweet Dreams” degli Eurythmics in versione techno. Oakenfold lascia il palco alle 21, nell’attesa le varie aree dello stadio si scatenano con le ole e gli applausi, sul palco al lavoro gli inservienti che eliminano le tracce della pioggia caduta su Roma poche ore prima. I fan sono impazienti e “Nostra Signora” ritarda l’ingresso sulle scene alle 21.30, me ne approfitto per osservare i vari settori dell’Olimpico. Il palco si affaccia sulla curva sud, alla sua sinistra la tribuna Tevere non numerata che dovrebbe godere di una buona visione. La distanza dello stage dalla curva nord è penalizzata dalla zona prato dove si trovano i fan piu’ audaci, 3000 di loro premiati dalla lunga attesa e dormiveglia. Infatti con braccialetto a portata di mano fanno parte del “Golden”, l’area che circonda la passerella dove Madonna e ballerini si esibiranno e sosteranno per buona parte della serata. La parte destra è caratterizzata da settori numerati, per prima la tribuna VIP affiancata dalla Montemario centrale. E infine la Montemario laterale con una buona visuale dello stage, ma purtroppo penalizzata dai dettagli troppo piccoli da comprendere (le sagome dei ballerini, di Madonna e scenografie varie) e per questo in aiuto ci sono due maxischermi a sinistra e destra del palcoscenico. Alle 21.45 circa le luci si spengono, con un lungo applauso e urla a squarciagola l’Olimpico accoglie con trionfo Madonna che canta “Future Lovers” dall’ultimo album “Confessions on a Dancefloor”, vestita da fantino gioca e armeggia un frustino mostrando in video le immagini di un cavallo bianco, ovviamente ironizzando circa l’incidente subito un anno fa. E’ ironica anche l’esibizione delle sue lastre durante “Like A Virgin”, come è ironia anche la gigantesca croce di cristallo Swarovski (valore commerciale un miliardo di dollari) dove crocifissa canta “Live to Tell”, ricordando che nel Mondo ci sono milioni di bambini che muoiono di Aids. Madonna come Cristo morto in croce? No, la croce come simbolo di sacrificio e fratellanza. Peccato che la Chiesa italiana non l’abbia capito e apprezzato, e messo in scena pochi giorni prima del concerto una protesta che va dall’invito al boicottaggio alla “scomunica” della cantante. Come nel “Reinventetion Tour” non possono mancare le frecciatine a Bush e ai potenti della Terra, con un medley di immagini che rendono buffi Hitler, Blair, Berlusconi e c’è posto anche per il nuovo Papa. Le immagini si fondono con il volto di Madonna ripreso dal video di “Sorry”, soprattutto il primo piano che mima il suo “Don’t TALK”, l’invito a riflettere prima di pronunciare frasi o concetti. Ovviamente i fan non possono fare a meno di seguire il ritmo accompagnando con il battimano e fungendo da esperti coristi, non vi è canzone che non sia cantata a squarciagola, anche le nuove canzoni sono ben digerite e conosciute. Le più gettonate restano i singoli: “Sorry”, “Get Together”, il prossimo “Jump” e l’immancabile “Hung Up”, dove Madonna invita ad unirsi a lei nel famigerato ritornello “Time goes by, so slowly”. Citazione importante merita la preparazione tecnica e acrobatica dei ballerini, sanno davvero affrontare tutte le ‘rogne’ imposte dalla lady Ciccone come saltare con i pattini su uno stage, o fare il verso alle scimmie impazzite muovendosi sulla gigantesca gabbia allestita. Vera novità del concerto è un corista maschile, Yitzhak Sinwani, che canta nell’album e su palco “Isaac”, brano tradizionale yemenita, accompagna Madonna anche in altri brani di natura ‘spirituale’ quali “Paradise (Not for Me)” e “Drowned World (Substitute for Love)”. Troppo pochi i vecchi cavalli di battaglia che fanno mandare in delirio la platea, ma il pubblico non sembra preoccupato. A parte le citate “Like A Virgin” e “Live to Tell“ ritroviamo “Ray of Light”, con l’invito di Madonna al pubblico di non smettere mai di saltare, “La Isla Bonita” con nuova vita e riarrangiamenti. Il gioco del medley tanto caro a Madonna (che dire di “Billy Jean” di Michael Jackson con “Like a Virgin” del lontano “Virgin Tour”?) entra in azione anche in questa tournee, la Ciccone omaggia Donna Summer con “I Feel Love” tra un ritornello e l’altro di “Future Lovers”, la musica di “Disco Inferno” cult Anni ’70 arrangia “Music”, “Erotica” invece s’incrocia con “You Thrill Me” che sembra la prima stesura della stessa canzone non fatta uscire ufficialmente anni fa. E infine va sottolineata la maestosità della scenografia che non bada decisamente a spese, a parte la croce di Swarovski abbiamo la palla gigante dalla quale esce Nostra Signora, le 4 palle stroboscopiche che simboleggiano la grafica dell’ultimo album, la citata gabbia gigante, il radiolone di “Hung Up”, le due sagome giganti dei cavalli a sinistra e destra del palcoscenico che s’illuminano di vari colori, e infine le luci, soprattutto il coro di luci bianche che accompagna l’assolo finale di chitarra di “I Love New York”, ti fa capire quanti megawatt siano occorsi per realizzare quel gioco impazzito di luci. (Stefano Trentadue)