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DEPECHE MODE "Live PalaAlpitour Torino 23-03-24"
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VINTAGE VIOLENCE "Live Legend Club Milano 15-03-24"
   (2024)

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recensioni concerti

ROGER WATERS   "Live Mediolanum Forum Milano 04-07-2011 "
   (2011)

Dopo un viaggio tranquillo, senza intoppi nè ritardi, alle 19:00 si esce dall'A1, alla barriera di Milano: presa la tangenziale ovest, ci si ritrova imbottigliati nel traffico milanese, arrivando alle 20:30 abbondanti all'interno del Forum. Ci si è recati in terra lombarda per il "The Wall Tour 2011" che fa tappa ad Assago. Tour portato "in giro" da Roger Waters, ex-bassista e mente dei leggendari Pink Floyd, che è praticamente la rappresentazione, dopo trent'anni, del mitico "The Wall", concerto che si ripete uguale nella scaletta e nei concetti. La prima cosa che colpisce è il palco: largo quanto le tribune, costituito da vari mattoni, ''Il MURO''. Quel muro, fatto di mattoni di polistirolo, sarà poi parte imprescindibile ed integrale, insieme ovviamente alla musica, dello spettacolo. Un muro che assume molteplici significati, da maxi schermo per i messaggi che i Pink Floyd volevano trasmettere, e il Signor Waters vuole ribadire; alle macerie di una guerra, passata, attuale o futura, arrivando a rappresentare una divisione forzata tra il pubblico e la band. Un muro che quasi prende vita, colorato dai proiettori e accompagnato dalla musica, arrivando nel suo momento di massima grandezza, a raggiungere gli undici metri di altezza. Lo spettacolo inizia con "In the Flesh" e un fantoccio portato a peso da due soldati, con voci imperiose di sottofondo, per poi proseguire con fuochi d' artificio, suoni di mitragliatrici e deflagrazioni di bombe, finendo con un modellino di Stuka, aereo tedesco della Seconda Guerra Mondiale che si schianta nella parte alta del muro. In questa sequenza sembra di essere nel bel mezzo di un'attacco aereo, con tanto di contraerea: solo dopo lo schianto il pubblico capisce che sta assistendo ad una finzione, e si lascia andare ad un'urlo liberatorio, ma anche di benvenuto. Il resto è un susseguirsi di immagini e di pupazzi che prendono vita. Dal "Professore cattivo" di "The Happiest Day of Our Life", costretto a scappare da un manipolo di ragazzi che gli si avventano contro; ad una vecchia megera in "Mother", canzone che richiama il disagio di Roger Waters, orfano di padre, morto durante il secondo conflitto mondiale, cresciuto da una madre che gli ha trasmesso le sue ansie. C' è anche una simil donna-mantide, e il "Pink Pig", che qui sembra più un cinghiale, volante sopra il pubblico. Questo muro che va via via costruendosi, arriva completato all'intervallo, durante il quale vengono trasmesse su di esso le foto di vari caduti nelle guerre dal 1900 ad oggi: si passa dalle due Guerre Mondiali, alla Korea, Vietnam e l'odierno Medio Oriente. Si ricomincia con "Hey You", cantata da Roger e la band dietro al muro, davanti ad un pubblico allibito, che poi termina con il cantante che, grida "Is There Anybody Out There?", come a chiedere se ci siamo ancora, dato che lui non ci vede. Il resto è un' esplosione di colori, dove prevalgono il bianco e il rosso vivo, a ricordare il distacco che creano le barriere e il sangue delle vittime di ogni guerra e dittatura, delle violenze in genere. Muro che poi crolla, in modo figurato dopo che Roger gli ha rifilato un pugno, in un'esplosione di luci e colori finita "Comfortably Numb", ma definitivamente al termine di "The Trial", scoprendo una luna rosso sangue, e una ragazza che saluta il pubblico. Siam giunti alla fine, con "Outside the Wall", dove Roger presenta i componenti della band che escono di scena uno ad uno, salutando il pubblico. La sensazione finale, è quasi come quella di essere andato al cinema, non me ne vogliate, ma questo Muro è stato praticamente un maxi schermo, che ha trasmesso le idee e le paure di un "ragazzo" di quasi 68 anni (li compierà ad inizio settembre!), che poi si trova a vestire i panni della rock star. Un concerto fuori dai canoni per noi che, usando sempre la tecnica del "appena finita l'ultima canzone gambe in spalla", riusciamo ad essere tra i primi che lasciano i parcheggi, e precediamo il traffico in uscita. (Marco Graziani)