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RITO PAGANO   "Live Tre Bicchieri Modena 24-09-2011 "
   (2011)

Iniziando a parlare di questa serata urge un'introduzione enciclopedica, ad uso e consumo di chi, nel XXI secolo, ha ancora timori ancestral-medievali, con conseguente visione ridotta del mondo. Con il termine rito (o rituale) si intende ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate. Pagano era colui che, dopo la nascita di Cristo, viveva al di fuori delle città ormai filo cristiane, e della religione, dove non si riconosceva; da ciò si evince che pagano è stato usato per secoli in tono dispregiativo, per discriminare coloro che non erano cristiani, e che adoravano altri e più dei al di fuori dell' Unico Dio cristiano. Per fugare i dubbi ho chiesto al buon MaxAnto, ufficio stampa del gruppo, che mi ha spiegato il significato del nome della band: i Rito Pagano si chiamano così perchè per loro, salire sul palco è un rito, assolutamente privo di richiami religiosi, pagano per l'appunto. Fatta questa doverosa introduzione (così galline sgozzate, santoni, roghi e altro girano al largo), inizio il racconto della serata al ristorante "I Tre Bicchieri" di Medicina. Non è stato difficile trovare il suddetto ristorante venendo da San Giovanni in Persiceto: si prende la trasversale di pianura (la SP 4), si passa Budrio, si segue per Medicina, ma appena dopo la svolta per entrare nel paese, c' è Via del Canale, che taglia la trasversale; si prende "per fuori", quindi a sinistra, e dopo neanche tre chilometri di strada di campagna costeggiata da canali, si arriva al ristorante. Ampio parcheggio, pista da ballo con palco e bar all'aperto per il periodo estivo, e ampie sale con tavoli per l'inverno, pranzi e cene. Appena sceso dalla macchina vengo accolto da uno sciame di zanzare moleste che mi fanno rimpiangere l'Autan. Entrando nella pista da ballo, alla mia destra scorgo subito Simone Marani intento a montare la batteria. Mi presento e vengo accolto con simpatia e cordialità, scambiando anche qualche chiacchiera, durante le quali scorgo Stefania Rizzello intenta a telefonare. Con Simone si chiacchiera sullo scioglimento dei R.E.M., sugli ultimi lavori del Liga e di Vasco, sull'esibizione dei Rito Pagano al Dall'Ara prima di Luciano Ligabue, e del Bologna (anche oggi avrò un compagno di sofferenze...), di concerti e locali in genere: appassionatissimo di Musica (quella con la "M" maiuscola, non quella sbagiuzza che esce dai talent show) e del Glorioso Squadrone che tremare il mondo fa(ceva). Intanto Stefania mette giù il telefono (ormai fumante) e ci raggiunge, come quasi simultaneamente il bassista della band Roberto Tamburro, e Massimiliano Scalorbi paroliere e chitarrista, accompagnato dalla figlia. Si amplia il giro delle chiacchiere, la gente arriva e il locale si riempie. A tener banco è la questione "voce di Stefania": loro ieri sera erano a suonare sul lago di Garda, con qualche problema tecnico legato all'impianto; intanto arriva il momento del sound check. Segue l'aperitivo a buffet magistralmente preparato in buone quantità e qualità dal ristorante. Salgono poi sul palco due band locali che riempiono l'aria, ormai c'è posto visto che le zanzare sono ormai altrove, forse ormai piene per le prossime tre/quattro generazioni. La serata è improntata sulla presentazione del disco della band "Racconti o leggende", uscito nel 2010. La scaletta dei brani tiene conto delle 12 tracce dell'album, eseguite non nell'ordine col quale appaiono sul cd. L'esibizione parte veloce con la title- track dell'album, segue "E' il Sole", intanto vengo raggiunto dal loro manager che mi racconta qualche aneddoto e un po' di storia del gruppo. I Rito Pagano nascono nel 1995, cambiando spesso formazione, ma trovando nel batterista Simone e nel paroliere/chitarrista Massimiliano i cardini e colonne portanti; ma fino al 2006 non c'era un progetto unitario, una linea guida. Nel 2001, con la canzone "Cerco", dovevano andare a San Remo, ma purtroppo non se ne fece niente. Intanto, nello stesso anno, usciva "Fermare il tempo". Tra varie date e live, arriva il 2010 con "Racconti o Leggende" prodotta da Loris Ceroni (produttore tra gli altri di Anna Oxa) e masterizzato a Londra nello Studio ‘Exchange’ di Mike Mark (che si occupa dei Depeche Mode); seguono varie uscite e interviste nelle radio locali, e il 23 ottobre la band si esibirà al "Le Scimmie" di Milano. L'esibizione continua con Simone che tiene il tempo con un ritmo incalzante, Stefania che sembra in trance musicale e balla accompagnata dal resto della band, che si scambia sguardi di intensa e divertita intesa. Arriva così la fine della prima parte del concerto con l'ultima canzone in scaletta sia sul cd che dell'esibizione: "Erika". "Erika" è la canzone che Massimiliano ha dedicato a sua figlia, un'augurio di felicità e serenità, per quella bambina, oggi ragazza che dormiva serenamente e regalava al padre ogni gioia. A mio parere una canzone toccante e commovente, una poesia sull'amore di un padre per la figlia. La band concede il bis con quattro nuovi brani che faranno parte del futuro album in fase di lavorazione: "Fuori tempo massimo", "Foglie", "Ritornare insieme" e la perfetta, per il periodo, "Settembre". L'esibizione si chiude tra applausi a scena aperta per la band e l'entourage del ristorante, tecnici audio-luci compresi, per come abbiano lavorato sodo per regalare ai presenti una vera serata rock di buon livello, con una buona cucina di contorno. Cosa che colpisce della band è la disponibilità e la generosità con le quali si intrattengono con gli ospiti, trasudano gioia e soddisfazione da ogni poro, anche se la stanchezza si inizia a far sentire, loro starebbero lì a parlare e a far festa fino alle prime luci dell'alba. Purtroppo contro la stanchezza non si può combattere in eterno, poi ci sono gli strumenti e l'attrezzatura da mettere via, quindi, mentre saluto, si rimboccano le maniche e tornano a faticare. La sfortuna per band come i Rito Pagano, che non godono del proverbiale "calcio nel sedere", nè delle conoscenze "giuste", è che il mercato musicale è terreno infido e infame, cosa che può precludere più visibilità, ma per il momento va bene così, per il resto c'è tempo. (Marco Graziani)