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KRAFTWERK + NICK CAVE & THE BAD SEEDS   "Live Domaine National de Saint Cloud Parigi 26-08-2022"
   (2022)

Unire la vacanza con un concerto è sempre il modo migliore di trascorre il tempo.

Se poi il concerto in programma vede protagonisti Kraftwerk e Nick Cave and the Bad Seeds, il tutto rende ancora più bella la trasferta.

Al Rock en Seine ho il ricordo dell’ultimo concerto che vidi dei Cure, prima che il covid congelasse sogni ed esistenze. Il Domaine National de Saint Cloud rimane un bel luogo per vivere l’esperienza live; un grande parco alle porte della capitale in cui numerosi gruppi si alternano dal pomeriggio. Appena il tempo di ascoltare le ultime note dei London Grammar (a proposito, vorrei approfondire questa interessante giovane band) che alle 21.15 i computer dei Kraftwerk sono già sui blocchi di partenza per dare spettacolo.

Pronti e via e indosso gli occhialini 3D che l’organizzazione fornisce agli spettatori dello storico gruppo tedesco e sì, mi sento per il solo fatto di averli inforcati, già una sorta di uomo del futuro, pronto allo scoperta di nuovi mondi.

“Numbers” e “Computer world”, ci immergono subito nel loro più tipico sound elettronico, mentre gli occhiali 3D fanno vivere un’esperienza perlomeno insolita. Poi, da lì in avanti, partono classici senza tempo in cui non è difficile immergercisi: “Spacelab”, “The man machine”, “Autobhan”, “Computer love” e “The model” sono magia pura ed è bello ballare su quelle note robotiche.

Ma la grande magia dei Kraftwerk è quella di stare in bilico tra futuro, fantascienza, o passato retrò. E’ questo che penso mentre astronavi pare mi vogliano passare sopra la testa o quando siamo coinvolti in viaggi autostradali su maggioloni colorati.

Il loro è futuro, è vero, ma è passato nello stesso tempo e non nascondiamo quanto in questo limbo si stia perfettamente comodi.

Quando parte “Tour de France”, l’ovazione dei francesi è altissima e con “Radioactivity” (a proposito viene menzionata anche Fukushima), “Trans Europe express” e “ The Robots” il greatest è al completo.

Un dubbio rimane, non possiamo negarlo: “Ma stanno suonando davvero da quei computerini?”. Ma che importa in fin dei conti, come recitano nell’epilogo “Music non stop”, solo questo pare abbia significato.

Con passo felpato, mi dirigo verso il palco principale, dove scopro essermi perso appena un brano degli headliner, ma in tempo per l’impareggiabile “From her to eternity”.

Nonostante abbia un mare di persone davanti a me, rispetto al recente concerto all’arena di Verona non è difficile notare un Nick Cave più a suo agio, potendosi spalmare agevolmente con i suoi fan, quasi fondendosi con essi.

Prima che parta “O children”, chiacchiera con una ragazza in prima fila, poi si avvicina al microfono e parte una dedica: “This is for Annabelle”; beh credo che per Annabelle ricevere una dedica da Nick Cave di fronte a migliaia di persone rappresenti un giorno indimenticabile.

L’australiano non disdegna pause tra un brano e l’altro, momenti in cui adora rendersi complice al suo pubblico, mentre i maxischermo proiettano gli impeccabili Bad Seeds assecondare il leader; tutti pronti a stare dietro le sue mosse, alternando momenti più riflessivi a episodi di puro furore rock.

Se si deve proprio scegliere un paio di titoli che stasera hanno, più di altri, fatto esaltare gli spettatori, citerei una “Tupelo” furiosa e una “Jubilee street” dai continui cambi di ritmo.

Quando la fredda notte parigina entra prepotentemente nelle ossa e buona parte del pubblico inizia a lasciare il parco, i Bad Seeds tornano in scena per un saluto finale, in cui, neanche a dirlo, “Into my arms”, ne rappresenta il più dolce commiato. (TESTO GIANMARIO MATTACHEO, FOTO ADRIANA BELLATO E GIANMARIO MATTACHEO)