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DEPECHE MODE "Live PalaAlpitour Torino 23-03-24"
   (2024)


VINTAGE VIOLENCE "Live Legend Club Milano 15-03-24"
   (2024)

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PLACEBO   "Live Land Rover Arena Bologna 26-11-2006"
   (2006)

Nell’ultimo appuntamento del piccolo tour italiano, i Placebo arrivano alla Land Rover Arena di Bologna. La band, che quest’anno festeggia il decennale, riesce a mantenere intorno a sé un’attenzione molto alta ed un interesse generale, confermato dal cartello che sovrasta la biglietteria “TUTTO ESAURITO”. Il pubblico che si appresta a sentire i Placebo è vario ed eterogeneo; si passa dai giovanissimi (ma sono molto di più le giovanissime) che hanno iniziato ad ascoltare la band di Molko e soci dall’ultimo “Meds”, ai meno giovani che hanno passato gli enta e che, probabilmente, hanno iniziato ad apprezzare la musica prodotta dai tre a partire dall’ormai lontano 1996, anno di pubblicazione del primo lavoro omonimo. Per molti il concerto odierno è anche l’occasione per vedere riscattare il gruppo dopo l’opaca prestazione offerta a Collegno, durante lo show dell’estate scorsa. A parziale giustificazione va detto che, in quell’occasione, Steve Hevitt suonò semi/infortunato, limitando, inevitabilmente, la performance del terzetto. Il concerto, previsto per le ore 21.00, inizia con un tempismo svizzero. Steve Hevitt, Stefan Olsdal e Brian Molko (con la testa completamente rasata), accompagnati da due session men, salutano il gremito palazzetto dello sport emiliano e riscaldano i loro strumenti con i brani di “Meds”, ottimamente accolto sia dalla critica, sia dai fans. “Infra red” e “Meds” e, successivamente, “Drag” e “Space Monkey” accendono l’atmosfera. Ma è soprattutto con “Song to say goodbye” (il primo singolo estratto dall’ultimo lavoro in studio) che il pubblico fa sentire tutto il suo calore. Tuttavia, non è questa la canzone dell’addio e, per fortuna, si prosegue ripescando anche brani del passato. I tre si presentano in forma ed allegri. Molko scherza con la ragazza rodie che gli passa le chitarre; Olsdal spesso si permette qualche passeggiata giù dal palco per concedersi meglio ai fedelissimi delle prime file e Hevitt gigioneggia un po’ da star. “I Know” (da “Placebo” 1996), è un’autentica perla. Tuttavia è accolta con minore entusiasmo rispetto alle canzoni di “Meds”; testimoniando, probabilmente, la prevalenza di un pubblico piuttosto giovane. Verso la conclusione, il concerto dà il meglio di sé con due canzoni tratte da quel “Without you I’m nothing” che rimane il miglior lavoro dei Placebo. “Every you, every me” porta ritmo all’interno del palazzetto dello sport, mentre il brano che diede il titolo all’album del 1998 carica d’atmosfera l’intero capoluogo emiliano. “Special k”, infine, si fa apprezzare e ribadisce di essere uno dei pezzi più amati dal pubblico dei Placebo che, attraverso il ritornello, accompagna Molko durante tutta l’esecuzione del brano. Per i due bis finali i tre scelgono “Running up that hill” di Kate Bush e “Twenty years”, singolo che uscì per accompagnare “Once more with feeling – Singles” (primo best della band uscito nel 2004) e, dopo circa un’ora e mezza di concerto tirato, arrivano i saluti finali. Un concerto certamente soddisfacente che ha cancellato l’ombra di Collegno e confermato la credibilità di una band in forma e pronta ad affrontare con convinzione il suo prossimo decennio. Certo, un po’ di delusione nel non aver sentito “You don’t care about us”, “The crawl” o “Nancy boy” esiste. Ma ognuno di noi dovrà farsene una ragione, perché, probabilmente, anche per i Placebo quei tempi sono ormai passati. (Gianmario Mattacheo & Silvia Campese)