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BRUNORI SAS "Live Parco Ducale Parma 22-07-25 "
(2025)
Quello che si è assistito martedi 22 luglio al Parco Ducale di Parma è stato uno dei concerti più qualitativi e frammentato dell’anno. Al centro della scena c’era Brunori Sas, il più grande cantautore moderno che, oltre ad aver fornito e confermato grande compatezza vocale e padronanza di palco, ha saputo esorcizzare gli imprevisti di mancanza di luce per ben tre volte con la sua proverbiale ironia e simpatia, sfoggiando un’umiltà come pochi nel fronteggiare gli incidenti di percorso nelle 2 ore di concerto.
Si comincia col brivido, sfoderando “Al di là dell’amore”, carico di pathos vibratile, avvertito anche da coloro che sono qui solo per curiosità di conoscerlo di più ed eseguita con una band ricca ed impeccabile, formata da batteria, vibrafono, theramin, fiati, tastiere, percussioni, con Brunori che si alterna tra chitarra acustica e pianoforte per trattare con cura gli episodi ballad, come la suggestiva ed intensa “Per due come noi”.
Cominciano gli intoppi di corrente: evidentemente la forza propulsiva dell’insieme degli strumenti fa saltare la luce, con la previsione che non sarà un problema da poco, e quindi Dario che fa? Scherza, gioca col pubblico, interagisce a meraviglia, invita una fan che chiede a gran voce di salire sul palco per cantare con lui: richiesta accolta.
Si va avanti con solo chitarra e voce per un paio di brani e poi pausa lunghetta, col Nostro che si scusa tantissimo per l’imprevisto. Gli astanti attendono con affetto e dopo un quarto d’ora sembra che il problema sia risolto e si continua con “Capita cosi”, “Kurt Cobain”, “La verità”, ma proposte con tanto risparmio di luce per non far saltar tutto di nuovo, ed invece… puff!! Ancora blackout!
Stavolta si attende più o meno una decina di minuti ma Brunori non si perde d’animo, anzi! Sembra che le interruzioni lo carichino di più. Ma uno dei singoli più attesi, “Il morso di Tyson”, non riesce ad eseguirlo, poiché la sua chitarra elettrica spara troppi Kilowatt: pazienza e amen! E’ sempre Lui la luce autoriale che illumina la tracklist con la gigantesca “Canzoni contro la paura”, che scatena stille colanti dagli occhi e pelle d’oca.
Dopo un paio di excursus nel passato con “Italian Dandy” e “Lei, Lui, Firenze”, chiude con la tanto attesa “L’albero delle noci”, presentata “…in un piccolo teatro della riviera…”, ed ironizzando sulla paraculata dei cantanti che, quando nasce un figlio, approfittano per scrivere una canzone che desti tenerezza…ahah! Spassoso come sempre.
Insomma, godere di grandi canzoni e dilettarsi con i suoi inframezzi narrativi, ha sancito la completezza globale di Brunori che, con le sue 47 primavere sulle spalle, ha dimostrato come cavalcare l’arte con, in canna, l’eterna giovinezza e freschezza cantautorale. (Max Casali)