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PREMIO TENCO 2007 - 2° e 3° SERATA "Live Teatro Ariston Sanremo 09/10-11-2007"
(2007)
La seconda serata si apre con un ritorno sul palco dell’Ariston, Max Manfredi, esordiente al Premio Tenco nel 1982 e Targa Tenco come miglior opera prima nel 1990. Genovese, definito dal concittadino De Andre’ come “il miglior cantautore italiano”, con una già lunga carriera ricca di riconoscimenti, ha saputo rendere una bella versione della splendida 'Un giorno dopo l’altro'. Segue l’esordiente Paolo Simoni. 22 anni, il cui primo disco “Mala tempora” è da pochi giorni nei negozi. Echi di Dalla nell’approccio al cantato, ma già abbastanza originale nei testi, si è fatto apprezzare anche nella cover tenchiana di 'Giornali femminili'. Niente però in confronto a Mauro Ermanno Giovannardi, voce dei La Crus, che con una versione da brividi di 'Vedrai Vedrai' ha dato conferma della maturità raggiunta come interprete di livello. Intensa anche l’esibizione in solitaria di Peppe Voltarelli (ex voce del Parto delle Nuvole Pesanti) con la riproposizione di 'Ragazzo mio' e soprattutto la sorpresa di Petra Magoni, non annunciata in programma, che a cappella, rifacendo 'Quando' di Tenco, dimostra di essere una delle miglior voci femminili al momento in Italia. Sottotono la cover proposta da Carmen Consoli, 'In qualche parte nel mondo', che però si riscatta con una versione toccante della sua 'Maria Catena'. Torna il Tenco rock ‘n’ roll degli esordi con Ricky Gianco, che ripropone il brano 'Vorrei sapere perché', oltre che la sua immancabile 'Il vento dell’est', e con gli Skiantos (che celebrano così i loro trenta anni di carriera) che rifanno a modo loro 'Prima o poi ti sposerò'. Premiati gli Ardecore nella categoria opera prima per il cd 'Chimera', che hanno saputo riportare in luce la grande canzone tradizionale e popolare romana, svecchiandola e consegnandola alle nuove generazioni. Chiusura con uno dei momenti migliori della serata, offerto da Ginevra di Marco (foto), che dopo una splendida esibizione nel rifare 'Io si', sceglie di omaggiare anche Domenico Modugno con una versione incandescente di 'Malarazza'. Anche nella terza sera sono molte le cose da ricordare. A partire da una bella prova da rocker di Massimo Priviero, invitato per presentare la versione con il testo originale di 'Ciao Amore Ciao', che Tenco presentò in versione diversa in quel tragico Sanremo del 1967. Questa originale è una versione dai toni apertamente antimilitaristi, ed è stata registrata per la prima volta proprio da Priviero nel disco 'Dolce Resistenza'. Pur avendo da promuovere un nuovo disco – molto bello, dal titolo 'Rock & Poems' – Massimo decide di proporre come secondo brano 'La strada del Davai', sempre da 'Dolce Resistenza', rimanendo su tematiche antimilitariste. Bravo e coraggioso, anche quando afferma che preferisce parlare una sera di resistenza con ex partigiani – riferendosi al suo impegno con la Fondazione Nuto Revelli – che sentire un suo brano passare su una radio commerciale. Altro grande momento è stato quello offerto da Morgan, prima con la cover di 'Il mio regno' e poi, sempre accompagnandosi solo al piano, con la sua splendida 'Contro me stesso'. Davvero un grande autore e interprete, tornato ancora sul palco per accompagnare Irene Grandi in un altro dei brani più belli di Tenco, 'Se sapessi come fai'. Ormai inserito a pieno titolo tra i grandi della canzone d’autore, Gian Maria Testa riceve la Targa Tenco per il suo 'Da questa parte del mare', disco dell’anno per la giuria del Tenco. Dopo sei dischi splendidi, alcuni dei quali usciti prima o solo all’estero (il disco 'Lampo' esce finalmente in questi giorni in Italia), Testa riceve così finalmente la giusta consacrazione anche da noi, e offre al pubblico dell’Ariston una versione d’atmosfera di 'Lontano Lontano'. Per gli esordienti della terza serata, da rimarcare le prove di Gerardo Balestrieri (all’esordio con il disco 'I nasi buffi e la scrittura musicale') con una versione dai suoni orientaleggianti di 'Se potessi amore mio' e Bonaveri ('Magnifico' è il titolo del suo esordio da solista) con 'Io sono uno'. Presente quest’anno al Tenco anche il grande jazz, con la vocalist Ada Montellanico, accompagnata al piano da Enrico Pierannunzi, con cui ha musicato quattro poesie di Tenco, proponendo in quest’occasione 'Da quando' e 'O me', unico testo di Tenco scritto al femminile, e con la All Star Jazz Band (Bonaccorso, Gatto, Rava, Rea) di Gino Paoli: quattro dei più grandi jazzisti italiani insieme per impreziosire capolavori della musica italiana, da 'Senza fine' a 'Quando', alla immensa 'Mi sono innamorato di te'. Detto di una sempre vivace e combattiva Teresa De Sio, che commentando i fatti del giorno relativi ai problemi dell’immigrazione (“l’odio oggi prende il sopravvento nei nostri cuori”) traduce Tenco in malgascio, l’altro grande momento della serata conclusiva è offerto dai Tetes de Bois, che per la seconda volta ricevono la Targa Tenco per la categoria interpreti, con il disco 'Avanti Pop'. Prima con 'La leva' (Marini / Pietrangeli) e poi con la tenchiana 'Angela', Andrea Satta ha dato prova di grandi doti di interprete oltre che di grande umiltà, dicendosi sorpreso di aver vinto davanti a interpreti molto più famosi, rimarcando il fatto che tutti i cinque premi quest’anno siano andati a dischi prodotti da etichette indipendenti. Chiusura tutti insieme sul palco con un doppio omaggio con il brano 'Yeeeeeeh!', firmata da Tenco con Sergio Bardotti, scomparso quest’anno. Traduzione italiana di 'I Ain’t Gonna Eat Out My Heart Anymore', e portata al successo nel 1966 dai Primitives. L’appuntamento con il Tenco è rimandato al prossimo anno, sperando di ascoltare al più presto il cd con la registrazione dell’edizione 2007. (Giorgio Zito)