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DEPECHE MODE "Live PalaAlpitour Torino 23-03-24"
   (2024)


VINTAGE VIOLENCE "Live Legend Club Milano 15-03-24"
   (2024)

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BRUCE SPRINGSTEEN & THE E STREET BAND   "Live Datch Forum Milano 28-11-2007"
   (2007)

Per tutti gli anni ottanta e novanta, il rocker del New Jersey ci aveva abituato a lunghe attese per vederlo dal vivo in Italia, tre o quattro anni tra un tour e l’altro. Poi i dischi, e di conseguenza i tour, hanno iniziato ad infittirsi, al punto da arrivare ad averlo in Europa anche due volte nel giro di dodici mesi. Cosa ci sia dietro a questa ansia di darsi al suo pubblico non è dato sapere. Se pubblica più dischi perché sta vivendo un periodo particolarmente florido dal punto di vista creativo o perché è meno propenso all’autocritica verso le sue composizioni (già si annuncia un nuovo parto discografico). Se fa più concerti per il piacere, evidentissimo, di stare sul palco con gli amici di una vita, o per la paura che la E Street Band stia per arrivare alla fine della sua mirabolante carriera. A Milano intanto Danny Federici, tastierista della band, già non c’è più, avendo abbandonato il tour per proseguire le cure cui si sta sottoponendo, e il pur energico, gigantesco, Clarence Clemons (sax), sembra l’ombra di se stesso, fermo sulle gambe, quando non seduto sul fondo del palco. Ma tutto questo non pregiudica la serata, e il Boss, al solito non si risparmia. Si parte con 'Radio Nowhere', il primo singolo del nuovo disco, un attacco energico e accattivante, e il coinvolgimento del pubblico è già al massimo. Si prosegue su questi livelli, quasi senza fermarsi, con ogni canzone attaccata alla precedente, senza il tempo per tirare il fiato con una bella e inaspettata versione di 'The Ties That Bind' (da 'The River' – 1981) e la più recente 'Lonesome Day'. Il nuovo disco torna in scaletta con 'Gypsy Biker' e soprattutto con la titletrack 'Magic', a proposito della quale Bruce sente di dover fare una breve introduzione in italiano, spiegando che per magia intende in realtà i trucchi, i trucchi dei politici del suo paese, che trasformano le bugie in verità e le verità in bugie. Da qui in avanti sarà un continuo rincorrersi tra nuovi brani (in tutto saranno nove) e canzoni del passato, più o meno famose, ma sicuramente molto apprezzate dagli oltre diecimila fans presenti. Come la splendida 'Reason To Believe' (da 'Nebraska' – 1982) con il Boss all’armonica, o ancora più indietro nel tempo con 'Adam Raised A Cain' ('Darkness On The Edge Of Town' – 1978) e 'She's The One'. Il Boss sul palco non si risparmia, è tutto per il suo pubblico, si avvicina a bordo palco, cerca il contatto, indica e guarda negli occhi i volti ormai conosciuti dei suoi fedelissimi. Colpisce al cuore con brani eseguiti poche volte in Italia come 'Incident On 57th Street' e 'The E Street Shuffle' (entrambe da 'The Wild, The Innocent & The E Street Shuffle' – 1973), davvero splendide. Anche la potente 'The Rising' fa ormai la figura di un classico, ma la chiusura del concerto con 'Badlands' lascia davvero senza fiato. Una manciata di minuti per riposarsi, e la E Steet Band torna sul palco per il bis con una sequenza di sei brani. Apre il nuovo singolo 'Girls In The Summer Clothes', e si prosegue con quattro capolavori del rock: 'Tenth Avenue Freeze Out', 'Thunder Road', 'Born To Run', 'Dancing In The Dark'. Anche il pubblico più esigente a questo punto sarebbe soddisfatto, ma c’è ancora spazio per una 'American Land' mai così in tema: sui maxi schermi scorre il testo della canzone, un brano che è un inno all’immigrazione, un ringraziamento a tutti gli immigrati ("neri, irlandesi, italiani, tedeschi e ebrei / hanno attraversato l'oceano, mille miglia da casa / con le pance vuote ma col fuoco nel cuore / le braccia che hanno costruito il paese che ha sempre cercato di opprimerle") che hanno fatto grande l’America nonostante gli americani. Scelta politica più che musicale (in effetti il brano, costruito su ritmi folk irlandesi, poco ha a che fare con il resto della scaletta), in questi tempi di caccia allo straniero. Adesso è davvero finita. Dalla platea si alza uno striscione, “No Surrender Dan”, che incita a resistere il tastierista assente. Il Boss guarda ma non commenta. Appuntamento a San Siro il 25/6/2008 per quello che potrebbe essere l’ultimo tour con la E Street Band al completo. (Giorgio Zito)